Cattolici cinesi: La gioia del nostro Natale, fra tanti divieti

Chiese chiuse, misure anti-Covid usate come pretesto, controlli, ispezioni e minacce non hanno fermato le celebrazioni della venuta di Gesù nelle comunità ufficiali e non ufficiali. Diversi fedeli, dato il divieto di celebrare la messa natalizia, hanno potuto solo pregare a casa.


Roma (AsiaNews) – Il Natale 2020 in Cina è passato fra molte difficoltà. Alle restrizioni che esistono da sempre, per le norme sulle attività religiose, quest’anno si sono aggiunte le regole anti-Covid: numeri ristretti di partecipanti, distanza di sicurezza fra i fedeli, temperature, disinfezione, ecc… Alcune chiese sono state chiuse; altre visitate dalla polizia e dai direttori locali per gli Affari religiosi. AsiaNews ha chiesto ad alcuni fedeli e sacerdoti di diverse parti della Cina di raccontare il loro Natale. Hanno risposto membri delle comunità ufficiali e sotterranee. In tutti c’è l’impressione che le misure di sicurezza anti-Covid siano usate per soffocare la vita delle comunità: “A quanto pare – raccontano - saranno contenti solo quando le chiese saranno tutte vuote”. Intanto sui social ha fatto molta impressione una foto con tanti timbri (almeno 12, v. foto 2): è la domanda per poter celebrare la messa di Natale nella parrocchia di Taihu, a Wuxi, nel Jiangsu. La parrocchia è una chiesa registrata, ufficiale. Ma per poter avere la messa natalizia, ha dovuto domandare e ricevere il permesso da almeno otto uffici!

Nei giorni scorsi, AsiaNews aveva presentato la testimonianza di un sacerdote della comunità ufficiale, il affermava che le misure del regime sembrano voler cancellare la gioia del Natale. “Tuttavia – conclude una delle testimonianze qui presentate -  la nascita di Messia è per noi fonte di conforto e gioia”.

 

 

Padre Giovanni (Cina del Nord)

Quest’anno, l’epidemia di Covid ha avuto delle ricadute sull’organizzazione della messa di Natale. Mi occupo di due parrocchie relativamente lontane tra loro. Una di esse si trova in un villaggio dove non tutte le famiglie sono cristiane. Nell’anno dell’apertura della chiesa, i residenti ci hanno denunciato perché la messa di mezzanotte disturbava. Così, da allora, abbiamo anticipato la messa di mezzanotte in questa parrocchia, per poi accorrere all’altra. Durante la messa di Natale le due parrocchie sono sempre piene di gente. Il Comitato del villaggio in cui si trova questa parrocchia manda ogni anno, sotto indicazione dei superiori, il personale per controllare, fotografare e successivamente riportare e riferire ai propri superiori. Quest’anno non sono ammessi gli assembramenti di massa, e così ci hanno chiesto in anticipo suggerendo al responsabile della parrocchia (堂区会长)che sarebbe meglio non celebrare la messa di notte, altrimenti la chiesa potrebbe essere chiusa. Il responsabile ha parlato con me per cancellare la messa di mezzanotte, celebrando solo la messa alla vigilia. E così, in questa parrocchia abbiamo solo celebrato due messe della vigilia, durante il giorno. L’altra parrocchia subisce meno restrizioni, ma occorreva comunque limitare il numero dei partecipanti, perciò abbiamo celebrato tre messe della Notte, in base al numero approssimativo di fedeli degli anni passati. Durante la seconda domenica dell’Avvento, avevamo chiesto a tutti di registrarsi per la messa a cui si voleva partecipare; ad ogni persona è consentito partecipare solo ad una. I fedeli sono molto comprensivi verso l’organizzazione della parrocchia e si sono iscritti alla messa seguendo i regolamenti. Anche se quest’anno non è stato solenne e vivace come gli anni passati, nulla ha diminuito la pace e la salvezza che la nascita di Gesù porta con sé. Per di più, aver moltiplicato le celebrazioni, ha cambiato lo stile della partecipazione. In passato, molti fedeli venivano solo per assistere in modo passivo; quest’anno più fedeli hanno potuto partecipare al coro, alle letture e alla celebrazione, con un senso di partecipazione più profonda. Questo è forse “il bene Dio che suscita dal male”.

 

Anna (Cina dell’Ovest)

Giorni fa, le autorità religiose hanno annunciato che, per motivi di “sicurezza”, non è consentito celebrare la Veglia di Natale. Il governo della contea e il Comitato del villaggio ieri hanno mandato a comunicarci che non dovevano esserci attività extra durante il Natale. Io ho detto loro che avremmo fatto come per la domenica. Per non creare conflitto con loro, abbiamo anticipato la messa al pomeriggio [della vigilia] chiedendo di non portare i bambini. Pensando che sono venuti il giorno prima e che perciò non sarebbero più venuti, ho pensato che avremmo potuto celebrare in pace la festa., Per molti fedeli, la messa del pomeriggio è stata la prima occasione di andare in chiesa quest’anno. L’edificio era quasi pieno e tutti portavano la mascherina, dopo aver misurato la temperatura. La notte prima, non avevo quasi dormito, pregando il Signore di farci passare in pace la festa. E invece, quando il rito stava per finire, si è presentato il direttore dell’Ufficio per gli Affari Religiosi. La nostra parrocchia è un patrimonio culturale; così, durante le funzioni, chiudo la porta dell’ingresso per non farci disturbare dai turisti. E anche quel pomeriggio ho chiuso, evitando due ondate di turisti, facendoli aspettare e rimandando la visita alla fine della celebrazione. Quando ha bussato il direttore dell’Ufficio per gli Affari Religiosi ho pensato che fossero turisti, e ho aspettato qualche minuto prima di aprire. Quando ho aperto, il direttore era infuriato accusandomi di non volere farlo entrare.  Gli ho detto che per la prevenzione dell’epidemia, non ho fatto entrare i turisti. Ma lui era ancora molto infuriato ed è piombato in chiesa senza mascherina. Gli ho chiesto di aspettare che il sacerdote uscisse, ma lui ha insistito ed ha iniziato a dire che la distanza tra i fedeli era meno di un metro; che vi erano troppe persone; che domani sarebbero venuti dal municipio per il controllo, per dare direttive sul numero consentito di fedeli, e dare il permesso solo della messa al mattino presto…

Poi è uscito il nostro parroco e lui ha continuato con le stesse parole di prima; ha detto di essere preoccupato che gli alti funzionari municipali possano avere qualcosa da ridire. Il sacerdote ha risposto: Se i capi non hanno da ridire, possono ancora chiamarsi capi? Lui ha forse pensato che si riferisse a lui personalmente ed è andato via raccomandando di ridurre il numero dei partecipanti, mantenere la distanza, fare attenzione alla protezione, ecc. In verità tutti sappiamo che l’epidemia è ormai divenuta un ottimo pretesto. A quanto pare, saranno contenti solo quando le chiese saranno tutte vuote.

 

Agostino (Cina dell’Est)

La situazione da noi è non molto dissimile dagli anni passati. Ogni Natale c’è la polizia che viene per mantenere l’ordine, apparentemente non ci si accorge di nulla. Ma un anno, un giovane sacerdote, appena arrivato, durante la processione della Veglia ha forse deviato leggermente dall’itinerario registrato, prolungando un po’ la processione. È stato ripreso dalle telecamere e ha dovuto scrivere una lettera di autocritica.  Da allora non ci sono più le processioni.

 

Padre Wang (Cina del Nord)

Per prevenire la diffusione dell’epidemia, alcune delle nostre parrocchie sono rimaste chiuse per il Natale e non abbiamo celebrato pubblicamente il rito. Il vescovo insieme ai sacerdoti sono andati a visitare i fedeli; tutti questi giorni sono andati nelle parrocchie in cui non si è celebrato la messa di Natale, per portare il conforto e la loro compagnia. Siamo in una zona remota e per raggiungere una parrocchia e l’altra bisogna guidare 100-200 km al giorno.

 

Padre Agostino (Cina del Nord)

Il Natale di quest’anno è stato molto difficile per la parrocchia dove presto servizio. Da una parte, ci sono ancora dei casi positivi sporadici di Covid e siamo preoccupati per la protezione durante le feste di Natale. Dall’altra parte siamo preoccupati che le autorità prendano di mira questa nostra piccola parrocchia. Tuttavia, con la grazia di Dio, la nostra parrocchia ha passato un Natale sereno, celebrata in una casa privata, nonostante l’ambiente molto ristretto. Ma siamo molto soddisfatti: molti sacerdoti della nostra diocesi non hanno potuto celebrare il Natale; i fedeli non possono fare altro che restare a casa e pregare. Già qualche giorno prima del Natale, alcune parrocchie hanno ricevuto l’ammonimento e l’intimidazione da parte delle autorità, comunicando loro il divieto di festeggiare. In altre parti è addirittura venuta la polizia per controllare i movimenti della parrocchia; alcuni sacerdoti sono stati costretti a fuggire nella notte della Veglia. E’ una situazione molto imbarazzante.

Con il rinnovo dell’Accordo sino-vaticano non abbiamo guadagnato più spazio di sopravvivenza. Anzi, le autorità hanno aperto diversi corsi per i sacerdoti della Chiesa sotterranea per il loro “lavaggio del cervello”, o per minacciarli di bloccare la loro pastorale. Tuttavia, la nascita di Messia è per noi fonte di conforto e gioia, è la forza che ci fa continuare nel sostenere i principi della fede. La luce squarci le tenebre del mondo, la pace di Cristo sia con tutti noi, vi auguro buon Santo Natale, la grazia del Signore sia sempre con voi!

 

Padre Giacomo (Cina dell’Est)

Il 21 dicembre, ho invitato due suore a dare una mano alla mia parrocchia per il Natale. Quando sono arrivate hanno organizzato le prove per le attività di Natale, i canti e le decorazioni della parrocchia. Qualche giorno prima ho celebrato le confessioni ai fedeli del villaggio. Il pomeriggio del 24, i fedeli dell’altro villaggio sono accorsi per partecipare alla solennità e ho confessato anche loro. Tra le 6.30 e le 7.30 della sera della Vigilia, è stata organizzata una piccola festa di Natale, durata circa un’ora, in cui i fedeli hanno recitato diversi spettacoli come il ballo e la diafonia, le suore si sono travestite da Babbo Natale distribuendo i regali ai fedeli, organizzando una gara di catechismo: chi dava la risposta corretta, otteneva un piccolo oggetto sacro. Alle 8 à iniziata la cerimonia di benvenuto al Bambino Gesù. Il gruppo musicale in testa, poi i concelebranti, il celebrante presidente, il Bambino, il coro, i fedeli, tutti assieme hanno fatto il giro del villaggio, cantando mentre facevamo la processione. Una volta nella chiesa, il sacerdote ha posto il Bambino nel presepe e ha celebrato la cerimonia di benedizione del presepe e dell’albero. Poi è iniziata la messa della Notte di Natale (negli anni passati era alle 23; quest’anno la cerimonia è stata anticipata). Tutti i fedeli indossavano la mascherina, mantenendosi a un metro di distanza l’uno dall’altro durante la messa. Alle 5.30 di mattino del 25, abbiamo celebrato la messa dell’Aurora; alle 9 quella del Giorno, alla fine della quale si celebra l’unzione degli infermi ai fedeli anziani e ai malati. Alle 14 sono arrivato all’altra parrocchia per fare la confessione, celebrare la messa e l’unzione degli infermi agli anziani o malati. Ringraziando Dio, tutto si è svolto in pace!