Hong Kong, fino a tre anni di carcere per i 10 attivisti democratici detenuti a Shenzhen

Condannati per aver violato le acque territoriali cinesi. Gli ultimi due del gruppo, minorenni, saranno giudicati a Hong Kong. Il verdetto reso pubblico due giorni dopo lo svolgimento del processo. Giudici del Guangdong: l’udienza è stata pubblica. Famiglie dei detenuti e diplomatici affermano il contrario.


Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – I giudici della Corte distrettuale di Yantian a Shenzhen (Guangdong) hanno condannato 10 dei 12 attivisti democratici incarcerati in Cina da agosto con pene che vanno da un minimo di sette mesi a un massimo di tre anni. La sentenza è stata pubblicata stamane sul sito web del tribunale, ma il processo si è svolto due giorni fa; gli avvocati d’ufficio avevano comunicato alle famiglie che i 10 si erano dichiarati colpevoli di aver attraversato in modo illegale le acque territoriali cinesi.

Circa quattro mesi fa, la guardia costiera cinese ha intercettato al largo del Guangdong un motoscafo con a bordo 12 giovani cittadini di Hong Kong. Secondo la versione dei giudici cinesi, essi erano in fuga verso Taiwan. Con la nuova legge sulla sicurezza voluta da Pechino, i fuggitivi rischiavano di finire in prigione per aver partecipato alle manifestazioni pro-democrazia dell’anno scorso. Il governo cinese ha impedito ai 12 di vedere i propri familiari e di essere assistiti da avvocati scelti dalle famiglie.

Tang Kai-yin, il presunto capo del gruppo, dovrà scontare tre anni di carcere e pagare una multa di 20mila yuan. L’unica donna tra i fuggitivi, Quinn Moon, è stata condannata a due anni e al pagamento di 15mila yuan per aver avuto un ruolo primario nell’organizzare la fuga. Gli altri otto hanno ricevuto una pena più mite: sette mesi di detenzione e una sanzione di 10mila yuan.

Gli ultimi due sospettati, che sono minorenni, sono stati rimpatriati a Hong Kong e saranno giudicati da un tribunale locale. Sono accusati di essersi dati “alla latitanza”.

La Corte di Yantian sostiene che il verdetto sia stato letto in un’udienza pubblica, alla presenza di familiari dei condannati, oltre che di rappresentati politici di Hong Kong e della madrepatria, e dei media. La dichiarazione non trova ancora conferma. Ieri le famiglie dei detenuti hanno denunciato di non aver potuto assistere al processo: una comunicazione ufficiale è arrivata loro solo tre giorni prima che i detenuti comparissero davanti ai giudici. Impedito l’ingresso in aula anche a giornalisti stranieri e diplomatici.