L'Onu chiede il disarmo di Hezbollah

Il Libano deve avere sovranità su tutto il suo territorio e la Siria deve collaborare. "Rammarico" per la mancata organizzazione di elezioni presidenziali a Beirut.


Beirut (AsiaNews) - Il Libano deve dare esecuzione alla risoluzione 1559 dell'Onu, che chiede anche il disarmo delle "milizie libanesi e straniere" presenti sul suo territorio, e la Siria deve collaborare a tale obiettivo. La decisione presa ieri sera all'unanimità dal Consiglio di sicurezza, espressa in una dichiarazione presidenziale, riapre il problema del disarmo di Hezbollah, il gruppo sciita legato a Siria ed Iran, che nei 16 mesi trascorsi da quando l'Onu adottò la 1559 ha sempre rifiutato di adeguarvisi. L'obiettivo dichiarato, al quale Damasco è chiamata a collaborare, è quello di restaurare pienamente l'autorità del governo di Beirut sulla "totalità del suo territorio", procedendo anche alla definizione delle frontiere e bloccando l'illecito passaggio di armi.

"E' ora – ha detto in proposito Terjé Roed-Larsen, rappresentante del segretario generale dell'Onu, intervistato dall'Orient Le jour – di mettere in applicazione la 1559, che il Consiglio di sicurezza prende in modo molto serio".

La dichiarazione di ieri parla di "ottenere, con il dialogo, il disarmo delle milizie" ed esclude, almeno per ora, anche un richiamo formale all'uso della forza. Il Lebanonwire sottolinea in proposito che finora il governo libanese non ha mai chiesta ad Hezbollah di lasciare le armi.

Il testo contiene anche un riferimento alla questione della presidenza della Repubblica libanese, notando "con rammarico" che non è ancora stata organizzata un'elezione "libera e giusta" del nuovo capo di Stato, attualmente il filosiriano Emile Lahoud, che nel 2004, quando l'esercito siriano era ancora a Beirut, ottenne la proroga del suo  mandato con un cambiamento della Costituzione.

Domani il Consiglio di sicurezza tornerà ad occuparsi del Libano, essendo in discussione il rinnovo del mandato delle forze del Finul ed affrontare così il problema dello schieramento dell'esercito alle frontiere.

Il tutto nel giorno nel quale Serge Brammertz assume ufficialmente l'incarico di nuovo capo della Commissione internazionale di inchiesta sull'assassinio dell'ex premier libanese Rafic Hariri

Da Damasco ancora nessuna reazione: l'agenzia ufficiale Sana non riporta la notizia della decisione dell'Onu, ma dà spazio alle parole pronunciate domenica da Hassan Nasrallah segretario generale di Hezbollah, per il quale "il partito libanese di Hezbollah è la bandiera della resistenza, della fermezza, del sacrificio e della liberazione, oltre che per impedire i progetti di Israele e del sionismo nella regione". Notizia e commenti mancano anche sull'iraniana Irna.