Jakarta, recuperata la scatola nera dell'aereo precipitato
di Mathias Hariyadi

Alle 4 del pomeriggio ora locale le squadre di sommozzatori hanno individuato e riportato in superficie la scatola nera del mezzo. Un ritrovamento essenziale per far luce sulle dinamiche della tragedia. Ora è affidata agli esperti del Comitato per i trasporti che dovranno analizzarla. Identificato finora un solo corpo: è l’assistente di volo Okky Bisma.


Jakarta (AsiaNews) - Le squadre di sommozzatori della marina indonesiana, impegnati nelle ricerche dei resti del Boeing 737 precipitato il 9 gennaio scorso vicino all’isola di Seribu, hanno individuato e recuperato la scatola nera del velivolo. Un passo fondamentale per fare piena luce sulle cause del disastro aereo, l’ennesimo in Indonesia, che ha coinvolto il volo SJ-182 della Sriwijaya Air partito da Jakarta e diretto a Pontianak, scomparso dai radar poco dopo il decollo e schiantatosi in mare aperto. 

Erano le 4 del pomeriggio ora locale quando i membri della marina hanno riportato alla superficie la scatola nera, rinvenuta nelle acque che separano le isole di Laki e Lancang, nell’area meglio nota come “Thousand Islands”, una catena di isolotti a nord della capitale.

L’imbarcazione Sea Ride, appartenente alle forze speciali della Marina di Kopaska, hanno trasportato la scatola nera a Jakarta affidandola agli esperti del Comitato nazionale indonesiano per la sicurezza dei trasporti (Knkt). Saranno loro ad analizzarla, per cercare di fare chiarezza sulle cause dell’incidente.

In precedenza, il comandante dell’aviazione Hadi Tjahjanto aveva annunciato il probabile avvistamento da parte delle squadre della marina e che il trasporto in superficie, adottate tutte le misure di sicurezza, sarebbe stato questione di poche ore. La scatola nera, ha aggiunto Tjahjanto, si trovava a 23 metri di profondità sotto il livello del mare.

Sull’aereo vi erano 50 passeggeri – 43 adulti e 7 bambini – insieme a 12 membri dell’equipaggio. Finora è stato identificato solo un corpo, che apparteneva ad un assistente di volo chiamato Okky Bisma. Il riconoscimento della salma è stato possibile grazie al rilevamento delle impronte digitali.