Corea, la Caritas "continuerà in ogni modo" ad aiutare i vicini in difficoltà
di Theresa Kim Hwa-young

In occasione della "Giornata per gli aiuti oltremare" il presidente della Caritas coreana sottolinea: "L'amore per il Signore e la fede cristiana vanno dimostrati con gesti di condivisione e amore per i nostri fratelli".


Seoul (AsiaNews) – "Chiunque ama Dio deve amare anche i suoi fratelli". E' questo il titolo del messaggio scritto da mons. Lazzaro You Heung-sik, vescovo di Daejeon e presidente della Commissione episcopale per la Caritas coreana, in occasione della "Giornata per gli aiuti oltremare".

La Caritas ha seguito dal 1993 oltre 332 progetti di aiuto alle comunità estere di tutto il mondo; per la Corea del nord, la Conferenza episcopale ha deciso di inserirsi nei progetti della Caritas Internationalis.

Per rispondere alla polemica sollevata da chi chiede "perché aiutare al di fuori del Paese, quando molti in mezzo a noi vivono male", mons. You sottolinea che "tutti gli esseri umani sono figli di Dio, e per questo motivo nostri fratelli e sorelle".

"Le missioni umanitarie al di fuori del Paese – aggiunge il presule – sono di natura cristiana, basate sulla fraternità evangelica". "L'amore – spiega inoltre – è il legame che unisce gli esseri umani con Dio, con il mondo e fra di loro. L'amore per il Signore e la fede vanno dimostrati con gesti di condivisione e amore per il creato".

"Il mondo – continua mons. You – produce cibo sufficiente per sfamare tutti eppure il 40 % del grano commestibile è usato come 'riserva' per le persone più ricche mentre oltre un miliardo di persone soffre la fame. Ogni giorno 24 mila persone muoiono di fame e malnutrizione nel mondo".

"La Caritas coreana, in nome della Conferenza episcopale – conclude il prelato – farà ogni sforzo possibile per aiutare i nostri vicini che si trovano in difficoltà in Paesi vicini".