Gerusalemme, Giornata della memoria: 900 sopravvissuti della Shoah morti per Covid

Un quinto dei morti israeliani per la pandemia aveva vissuto in prima persona la persecuzione nazista. Padre Nahra, vicario per i cattolici di espressione ebraica: “Solitudine per loro è particolarmente dolorosa. Ci ricordano che anche nella pandemia nessuno va abbandonato”.


Gerusalemme (AsiaNews) – Sono sopravvissuti all'orrore dello sterminio nazista, ma sono stati portati via dal Covid-19: è la sorte di circa 900 tra le oltre 4500 vittime israeliane della pandemia registrate finora in occasione della Giornata della memoria dall'Israel’s Holocaust Survivors’ Rights Authority, l'ente pubblico che in Israele si prende cura dei sopravvissuti alla Shoah immigrati nel Paese nel corso degli anni.

A incidere è anzitutto l'età anagrafica ormai molto avanzata di chi ha vissuto in prima persona l'esperienza delle persecuzioni naziste. Ma si tratta di una condizione di fragilità su cui il virus ha infierito: secondo questo studio, il Covid-19 sarebbe responsabile del 17% delle morti tra i sopravvissuti alla Shoah nell'ultimo anno. La stessa prima vittima di coronavirus nel Paese, il signor Aryeh Even morto a Gerusalemme il 21 marzo (v. foto), era un ebreo ungherese figlio di un uomo morto nel campo di Mauthausen: insieme alla madre riuscì a salvarsi rimanendo nascosto in uno scantinato per poi immigrare in Israele nel 1949.

“Queste 900 persone sopravvissute alla Shoah morte in conseguenza del virus sono un dato che colpisce - commenta padre Rafic Nahra, responsabile a Gerusalemme del vicariato di San Giacomo per i cattolici provenienti dal contesto ebraico -. Anche i padri fondatori della nostra comunità erano persone venute in Israele dopo aver vissuto quella tragedia in Europa. Alcuni di loro sono ancora tra noi e fortunatamente non sono tra queste vittime”.

Padre Nahra, arabo di origini libanesi, ha scoperto la sua vocazione al dialogo con il mondo ebraico negli anni Ottanta a Parigi, dove è diventato sacerdote dell'arcidiocesi allora guidata dal cardinale Jean-Marie Lustiger. “Israele assiste economicamente i sopravvissuti della Shoah - spiega padre Rafic - ma il loro grande problema è la solitudine, perché spesso sono gli unici rimasti nella propria famiglia. Anche per questo la morte per Covid-19 in isolamento per loro deve essere stata ancora più dolorosa”.

“In questa Giornata della memoria - conclude il vicario dei cattolici di espressione ebraica – queste ulteriori morti ci ricordano quanto siamo dipendenti gli uni dagli altri. Non ci si salva da soli: lo vediamo anche per il discorso sui vaccini contro il Covid-19 che qui in Israele proseguono spediti, ma diventano inutili se altri rimangono indietro. La Shoah deve insegnarci proprio questo: guardare al vicino e non abbandonarlo nella difficoltà”.