In 12 punti dell’isola si sono svolte manifestazioni di solidarietà verso gli agricoltori indiani, che lottano contro la riforma agraria. Una battaglia “che vale per tutti” in un mondo globalizzato e che sfrutta quanti hanno meno risorse. Una lotta a tutto campo contro le “politiche neo-liberali” degli organismi del commercio internazionale.
Colombo (AsiaNews) - Attivisti, lavoratori e gruppi della società civile nello Sri Lanka sono scesi in piazza ieri, festa della Repubblica a Delhi, in 12 centri del Paese per manifestare la propria solidarietà ai contadini indiani in piazza per protestare contro la riforma agraria. I manifestanti singalesi (nelle foto), sotto l’egida dell’Indian-Sri Lankan People’s Solidarity movement, sottolineando a gran voce che “questa non è solo una battaglia” degli agricoltori indiani, ma “vale per tutti noi”.
“Questa protesta - commentano ad AsiaNews Herman Kumara e Chinthaka Rajapaksa, coordinatori del movimento - organizzata da tutti noi in diverse parti del Paese intende manifestare la nostra ferma opposizione ai passi intrapresi dal governo indiano. [Una riforma che] finisce per distruggere la vite e le terre degli agricoltori”.
Le manifestazioni hanno toccato diverse aree dello Sri Lanka e i centri principali dell’isola: fra questi Jaffna, Trinco, Hambantota, Ampara, Gampaha, Hatton, Negombo, Nuwaraeliya, Maskeliya, Vavunia, Hindurakgoda e Panama. Herman Kumara, che è anche coordinatore nazionale della National Fisheries Solidarity Organization (Nafso), parla di “una delle campagne decisive conto la globalizzazione e il capitale mondiale che distrugge le persone, l’ambiente e i loro modelli di vita”.
Secondo il collega Chinthaka Rajapaksa, moderatore della Monlar (l’Organizzazione per la riforma delle terre e dell’agricoltura), “attraverso la battaglia degli indiani” emerge in modo chiaro che il governo non tutela la vita dei propri cittadini. “Questo - avverte - non sta accadendo solo in India, ma anche nel panorama internazionale” grazie anche ad enti come “il Fondo monetario internazionale e l’Organizzazione mondiale per il commercio che cercano di creare sempre più spazi in cui il mercato globale può manovrare liberamente”.
Questa campagna, riprende Kumara, è un modo per risvegliare i produttori e permettere loro di unire le forze in questa battaglia. “Dobbiamo unire tutti le nostre forze - conclude - in questa battaglia contro le ingiustizie, le violazioni dei diritti umani e la discriminazione contro [una parte più debole della] umanità”.
Commentando l’iniziativa intitolata “Il nostro sostegno alla battaglia dei contadini indiani”, l’Indian-Sri Lankan People’s Solidarity movement sottolinea che “non possiamo più essere solo le vittime delle politiche neo-liberali”. La nostra lotta, spiega il comunicato, deve arrivare “su scala globale, non solo in India o Sri Lanka” perché “è una lotta di tutti noi” e si basa su fattori “economici, sociali, politici e per i diritti di tutti noi”.