Card. Turkson: Sconfiggere la lebbra

Il Prefetto del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale lancia un messaggio perché non si curi questa malattia solo dal punto di vista farmacologico, ma anche dal punto di vista umano: “l'incontro umano può eliminare lo stigma e che il benessere mentale è parte essenziale della salute integrale”. Nel 2020 vi sono stati 200mila nuovi malati. Papa Francesco ha ringraziato missionari, personale medico, associazioni, volontari.


Città del Vaticano (AsiaNews) – Il card. Peter Kodwo Appiah Turkson ha diffuso oggi un messaggio in occasione della 68ma Giornata Mondiale per i Malati di Lebbra (Morbo di Hansen), che si celebra oggi. Il tema del messaggio, “Sconfiggere la lebbra”, vuole affermare che “la lebbra è curabile, che l'incontro umano può eliminare lo stigma e che il benessere mentale è parte essenziale della salute integrale”.

Secondo dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, nel 2020 vi sono stati 200mila nuovi malati di lebbra nel mondo, ma “milioni di persone vivono con qualche forma di disabilità come risultato della lebbra”.

Il Prefetto del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale ha sottolineato che sconfiggere questo morbo “implica più di una semplice lotta sul piano medico”. Occorre anche “eliminare lo stigma sociale che accompagna questa difficile malattia” e, alla fine, prevedere “la riabilitazione della persona umana in modo integrale”.

Per questo, oltre alla “terapia multifarmacologica”, che sta dimostrando “notevole efficacia”, è necessario impegnarsi nella “salute integrale”. Questa è “un imperativo per i malati di lebbra per quanto riguarda il loro benessere mentale, "poiché si può dimostrare che la lebbra ha un impatto significativo sulla partecipazione sociale e sulla salute mentale oltre a causare disabilità fisiche". In un certo senso il malato di lebbra soffre della malattia stessa e del modo in cui viene accolto nella comunità. La mancanza di inclusione sociale può avere un impatto profondamente negativo sull'autostima e sulla visione della vita di una persona, rendendola alla fine vulnerabile alla malattia mentale”.

“Non tutti avranno le capacità o le competenze per curare fisicamente il morbo di Hansen, ma tutti sono in grado di promuovere quella cultura dell'incontro che porta alla guarigione e al benessere mentale di coloro che sono stati colpiti da questa angosciante malattia”.

Quest’oggi alla fine della preghiera dell’Angelus, papa Francesco ha ringraziato i missionari, il personale medico e i molti volontari, fra cui l’Associazione Raoul Follerau, che si prodigano nella cura degli hanseniani.