Naval’nyj: 2 anni e otto mesi di lager
di Vladimir Rozanskij

Il tribunale di Mosca lo ha condannato perché il blogger non mostra segni di “correzione”. Molti giornalisti sono stati bloccati all’entrata del tribunale. Ancora manifestazioni dei sostenitori e arresti. Il governo ascolta i consigli di Kirill sui giovani.


Mosca (AsiaNews) - Il tribunale Simonovskij di Mosca ha comminato ad Aleksej Naval’nyj tre anni e mezzo in una colonia di regime forzato. Secondo le previsioni, esso ha avallato le richieste del Servizio Federale di Applicazione delle Pene, l’ufficio giudiziario del ministero degli interni russo. Tenendo conto del tempo già trascorso in detenzione preventiva, Naval’nyj dovrà ancora scontare due anni e otto mesi di lager. I suoi avvocati hanno annunciato che faranno appello contro la sentenza, e si rivolgeranno anche al tribunale supremo dell’Aia.

Secondo il Servizio Federale, il blogger avrebbe infranto le regole della condizionale per l’affare Yves Rocher, senza presentarsi all’invito degli ispettori subito dopo essere uscito dal coma, quando è stato dimesso dalla clinica tedesca dove era stato trasportato dopo l’avvelenamento con il Novichok lo scorso agosto. Il rappresentante dell’accusa ha sostenuto che “ci si aspettava che Naval’nyj si mettesse sulla via della correzione, ma egli non lo ha fatto”, rimanendo in un albergo tedesco e viaggiando per il Paese, senza rendere noto alle autorità russe il suo domicilio. Non sarebbero stati trasmessi i documenti relativi alla riabilitazione, né altre carte necessarie alla procura per interrompere il processo dell’accusa.

L’avvocato di Naval’nyj, Vadim Kobzev, ha indicato due verbali inviati alla procura, in cui si comunicavano le condizioni della permanenza dell’oppositore in Germania: “tutto il mondo sapeva dov’era, e voi no?” – ha esclamato Kobzev. Lo stesso Naval’nyj è intervenuto con una sua dichiarazione: “Vorrei dire due parole a proposito dell’elefante che sta in mezzo a questa stanza, perché tutti possano notare che il senso di questo processo riguarda un’accusa per cui io sono già stato riconosciuto innocente, ed è stato dimostrato dal tribunale europeo che si tratta di un’accusa inventata. Qualcuno voleva che io non facessi neanche un passo sul territorio del nostro Paese come uomo libero, e noi sappiamo chi è: si tratta di un uomo pieno di invidia e di odio, che vive chiuso in un bunker, ed è mortalmente offeso per il fatto che io sono sopravvissuto dopo che hanno tentato di uccidermi per suo ordine”. Alla fine del suo intervento, che più che una difesa è sembrato un vero e proprio manifesto politico, Naval’nyj ha tracciato dei messaggi d’affetto sul vetro, indirizzati alla moglie Julia.

Oltre duecento giornalisti erano accreditati alla seduta del tribunale, anche se molti di loro sono stati fermati all’entrata. Il presidente del Simonovskij ha presentato le proprie dimissioni dal suo incarico, prima della fine del suo mandato. Alla seduta erano presenti anche diversi diplomatici, inviati dalle ambasciate di vari Paesi del mondo. Intorno al palazzo dove si è tenuto il processo si sono radunati i sostenitori di Naval’nyj, oltre 200 dei quali sono stati arrestati dagli Omon disposti a protezione dell’edificio (foto 2). Diverse persone sono state fermate direttamente all’uscita della metropolitana vicino al tribunale, soprattutto i più giovani.

Intanto il ministero della pubblica istruzione di Russia ha deciso di introdurre nelle scuole la figura dei “consiglieri del direttore per l’educazione”, quasi ascoltando i moniti del patriarca di Mosca Kirill (Gundjaev), che si era lamentato della mancanza di sani orientamenti della gioventù. Il progetto è stato chiamato Navigatori dell’infanzia dal ministro Sergej Kravtsov, che ha spiegato come “questi educatori dovranno anzitutto parlare con i più giovani, spiegando le questioni politiche, soprattutto per quanto riguarda le manifestazioni di piazza”. Verranno anche convocate assemblee mensili dei genitori, per valutare le misure di contrasto al coinvolgimento dei più piccoli nelle proteste sociali.

Subito dopo l’annuncio della condanna del leader, i sostenitori di Naval’nyj si sono radunati in vari punti della capitale e in altre città della Russia, controllati da ingenti forze di polizia che hanno chiuso la piazza Rossa e varie zone centrali di Mosca e San Pietroburgo. Il coordinatore dei gruppi regionali di Naval’nyj, Leonid Volkov (foto 3), ha dichiarato che gli attivisti del movimento si preparano a una “strategia a lungo termine” delle azioni di protesta e della partecipazione alla vita politica del paese, senza limitarsi alle richieste di liberazione dello stesso Naval’nyj e degli altri detenuti politici. Anche gli altri esponenti dell’opposizione hanno fatto sapere che la campagna elettorale di quest’anno per le elezioni parlamentari sarà la logica prosecuzione delle proteste.