Shanghai, scompare in aeroporto il dissidente Guo Feixiong

Voleva raggiungere la moglie malata negli Usa, ma è stato portato via dalla polizia. È accusato di aver messo in pericolo la sicurezza nazionale. Da studente, Guo ha partecipato alle proteste di Tiananmen. Durante la  prigionia ha subito torture. Avvocati per di diritti umani nel mirino del regime.


Shanghai (AsiaNews) – Il noto avvocato per i diritti umani Guo Feixiong è scomparso dal 28 gennaio, subito dopo che la sicurezza dell’aeroporto di Pudong gli ha impedito di imbarcarsi per gli Usa. Egli voleva raggiungere la moglie malata di cancro. Lo ha rivelato sua sorella Yang Mouping, spiegando che Zhang Qing ha subito un intervento al colon e ora deve affrontare la chemioterapia.

Per protestare contro il divieto di espatrio, Guo aveva iniziato uno sciopero della fame. L’attivista è ora accusato di aver messo in pericolo la sicurezza nazionale. Egli lotta per il rispetto dei diritti umani in Cina dalle proteste di Tiananmen del 1989, quando il regime massacrò migliaia di studenti che chiedevano libertà e democrazia.

Arrestato una prima volta nel 2006, Guo ha trascorso 11 anni in prigione; nel 2013 le autorità lo hanno imprigionato per aver chiesto al governo di ratificare la Convenzione internazionale sui diritti civili e politici. Nel dicembre 2015 egli ha lanciato una profezia contro il Partito comunista cinese: “Continuando a condannare i democratici e chi cerca la giustizia non farete altro che renderli più forti, accelerando la vostra caduta”. Il dissidente è uscito dal carcere nell’agosto del 2019, sottoposto però al costante controllo della polizia.

Per sfuggire alle persecuzioni del regime, nel 2008 la moglie di Guo si è trasferita negli Stati Uniti con i loro due figli. Ella aveva più volte denunciato le torture inflitte al marito in carcere: incatenato mani e piedi al letto per giorni, egli subiva scariche elettriche ai genitali e privazione del sonno.

Pechino continua a reprimere il dissenso senza sosta. Ieri l’avvocato Ren Quanniu è stato privato della sua licenza per svolgere la pratica legale. Insieme al collega Lu Siwei, Ren ha difeso alcuni dei 12 attivisti pro-democrazia di Hong Kong arrestati nel Guangdong in agosto. Anche Lu si è visto revocare la licenza professionale. Le autorità dell’Henan giustificano la mossa nei confronti di Ren per il suo ripetuto rifiuto di definire il Falun Gong un “culto malvagio”, la posizione ufficiale dello Stato. Nel 2018 egli ha rappresentato in giudizio alcuni membri di questo movimento bandito in Cina.