Teheran, con lo Sputnik V al via la vaccinazione contro il Covid

Il primo a ricevere la dose è stato il figlio del ministro della Sanità. Un modo per dissipare dubbi e incertezze fra la popolazione, restia al prodotto moscovita. Anche il presidente della Commissione parlamentare della Sanità contro il vaccino russo. La Repubblica islamica intende immunizzare almeno il 70% della popolazione.


Teheran (AsiaNews/Agenzie) - In queste ore Teheran ha lanciato la campagna vaccinale conto la Covid-19 all’Imam Khomeini Hospital, utilizzando il prodotto russo Sputnik V. Con una cerimonia trasmessa dalla tv di Stato, il ministro della Sanità Saeed Namaki ha sottolineato che “la prima persona a ricevere il vaccino russo Sputnik è mio figlio”. 

La giornata inaugurale, e simbolica, di inizio vaccinazione si è tenuta lo scorso 8 febbraio ma solo nei prossimi giorni la campagna entrerà a pieno regime. Fra i primi a ricevere la dose saranno i sanitari a contatto con i pazienti positivi al nuovo coronavirus, gli anziani, i disabili e i veterani. 

La prima fornitura di Sputnik V è arrivata a Teheran lo scorso 4 febbraio e le autorità iraniane hanno assicurato che altre due spedizioni sono in programma il 18 e il 28 febbraio. Il portavoce del ministero della Sanità Kianoush Jahanpour ha spiegato che la Repubblica islamica ha acquistato sinora 2 milioni di dosi del prodotto russo. 

Secondo uno studio pubblicato su Lancet, sul quale però parte della comunità scientifica avanza dubbi in merito alla trasparenza e alla correttezza della revisione, l’efficacia dello Sputink V contro l’evoluzione sintomatica della Covid-19 è del 91,6%. Ciononostante nei giorni scorsi è nata una feroce polemica attorno al prodotto russo, con il presidente della Commissione parlamentare sulla Sanità che si è rifiutato di ricevere la dose. Il ministro Namaki ha quindi aggiunto che il Paese riceverà 4,2 milioni di dosi del vaccino AstraZeneca, acquistato tramite il meccanismo COVAX sostenuto dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). La Repubblica islamica sta inoltre lavorando per la produzione interna di un vaccino per immunizzare l’intera popolazione.

Teheran intende vaccinare almeno il 70% della popolazione (oltre 80 milioni di persone in totale); l’obiettivo entro la fine dell’anno iraniano, che si conclude il 20 marzo, è di inoculare almeno 1,4 milioni di dosi pur fra evidenti carenze di forniture su scala globale. I vaccini in Iran sono somministrati a titolo gratuito ai propri cittadini. 

Il nuovo coronavirus ha infettato oltre 1,4 milioni di persone in Iran, la nazione più colpita dalla pandemia in Medio Oriente, e ne ha uccise quasi 59mila.