La ‘Chiesa in uscita’ a Pathein e Yangon per difendere la democrazia (FOTO)
di Francis Khoo Thwe

Per sacerdoti, seminaristi e suore, le frasi di papa Francesco sono il motivo delle loro dimostrazioni pubbliche. Decine di migliaia di persone a Pathein chiedono la fine della dittatura e la liberazione dei “nostri leader”. Le suore di S. Giuseppe dell’Apparizione manifestano davanti all’ambasciata cinese a Yangon.


Yangon (AsiaNews) – “Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze”: questa frase di papa Francesco, tratta dalla Evangelii Gaudium (n. 49) è la motivazione che spinge molti cattolici, sacerdoti, preti e perfino vescovi a manifestare per le strade del Myanmar contro il colpo di Stato militare e chiedere la liberazione dei prigionieri politici, in particolare la leader Aung San Suu Kyi e il presidente Win Myint.

Subito dopo aver preso il potere, la giunta militare ha proibito ogni raduno con più di cinque persone. Ma ovunque in Myanmar si registrano violazioni al divieto.

Quest’oggi, decine di migliaia di persone e fra essi molti sacerdoti, seminaristi e suore hanno marciato per le strade di Pathein (nel distretto di Irrawaddy) con cartelli che domandano la fine della dittatura militare, la salvezza del Myanmar, la liberazione “dei nostri leader”. Nella lunga processione che ha attraversato il centro della città, i partecipanti hanno issato grandi foto di Aung San Suu Kyi, che al presente è agli arresti domiciliari. Tutti salutavano le ali di folla ai lati delle strade con il simbolo delle tre dita alzate.

Ieri sera, nel cortile della cattedrale di san Pietro, si è tenuto un incontro di preghiera. Ad esso hanno partecipato sacerdoti, suore e giovani universitari.  Dopo la preghiera davanti alla grotta della Madonna di Lourdes, che si festeggiava ieri, i fedeli hanno compiuto una lunga processione con le candele, come segno della luce che deve illuminare il buio in cui è scivolato il Paese.

Ieri, un gruppo di suore di san Giuseppe dell’Apparizione hanno manifestato nelle strade di Yangon. Alla fine hanno fatto un sit-in davanti all’ambasciata cinese presso il Myanmar. Secondo molti birmani, la Cina sta importando armi per l’esercito della giunta. Pechino ha smentito queste voci. Tradizionalmente, la Cina ha sempre difeso e commerciato con la giunta militare. Al Consiglio di sicurezza dell’Onu, lo scorso 2 febbraio, il rappresentante di Pechino ha messo il veto contro una mozione di condanna che portasse a sanzioni verso la giunta.