Uttar Pradesh: trovate morte due ragazze dalit. Una terza è in fin di vita
di Nimala Carvalho

Le tre minori erano uscite per raccogliere foraggio nei pressi della fattoria di famiglia. Avevano mani e piedi legati. Polizia: forse vittime di avvelenamento. Non è il primo caso di violenza di genere nell’area. Mons. Nayak: “Un crimine brutale. Le donne dalit vittime di continue discriminazioni”


Mumbai (AsiaNews) – Due ragazze dalit di 16 e 13 anni sono state trovate morte nei pressi della fattoria di famiglia nel distretto di Unnao (Uttar Pradesh). Una 17enne è stata trovata ancora in vita nello stesso campo: è ricoverata in ospedale in serie condizioni.

Le tre giovani dalit (fuori casta) appartengono alla stessa famiglia: le più grandi sono sorelle; la 13enne è loro cugina. I familiari raccontano di aver trovato le ragazze ieri sera: avevano mani e piedi legati con i propri abiti. Le tre minori si erano allontanate per raccogliere foraggio per il bestiame. Visto il ritardo nel loro rientro, i genitori hanno iniziato a cercarle.

La polizia ha aperto un’indagine. Secondo Sureshrao A Kulkarni, capo delle Forze dell’ordine locali, le vittime potrebbero essere state avvelenate. Egli spiega che i medici hanno rinvenuto tracce di una sostanza biancastra nella loro bocca.

Per  mons. Sarat Chandra Nayak, vescovo di Berhampur (Orissa) e capo dell’Ufficio per le caste svantaggiate e i tribali della Conferenza episcopale, quanto accaduto alle tre ragazze è un crimine brutale. Egli sottolinea che si tratta di un atto privo di umanità, compiuto da una mente depravata.

L’area di Unnao ha già avuto casi di violenza contro le donne. Nel 2019 una vittima di stupro è stata bruciata viva poco prima di testimoniare in tribunale per le violenze subite: ella non è sopravvissuta alle ustioni. Lo stesso anno, un parlamentare locale del Bharatiya Janata Party (nazionalista indù) è stato condannato per violenza sessuale.

Sono spesso le ragazze dalit a essere vittime di stupri. “Le donne dalit – sostiene mons. Nayak – sono discriminate tre volte. Per la loro condizione di casta, per questioni di genere e per il diverso trattamento economico che ricevono al lavoro. Le dalit cristiane sono perseguitate anche per la loro fede”.

Gli aggressori, afferma mons. Nayak, agiscono contro le donne dalit perché pensano di godere di una sorta di impunità: “Il sistema non aiuta le caste inferiori. È un problema interno anche alle famiglie, dove le donne sono discriminate in base a un concetto patriarcale della società”.