Per salvarsi Assad lascerebbe accusare alcuni esponenti del regime
di Jihad Issa

Una trattativa segreta con Usa e Francia che prevederebbe anche la fine del sostegno alla guerriglia irachena. Ad essere incriminato per l'assassinio di Hariri sarebbe un generale siriano.


Damasco (AsiaNews) - L'incriminazione di alcuni esponenti del regime baathista per l'assassinio dell'ex premier libanese Rafic Hariri, la sospensione del sostegno alla guerriglia irachena ed un allentamento della cooperazione con l'Iran. E' il prezzo che, secondo il Lebanonwire, il presidente siriano Bachar al Assad sarebbe pronto a pagare pur di conservare il potere, in un progetto di accordo che sta trattando in segreto con Stati Uniti e Francia. I contatti avverrebbero grazie alla mediazione dell'Arabia saudita, che aiuterebbe così Damasco a rispondere alle pressioni internazionali. Ad essere incriminati sarebbero il generale Rustom Ghazaleh ed uno dei suoi assistenti, Jameh Jameh.

Assad invece, sempre stando a quanto afferma l'alto funzionario indicato dal quotidiano libanese, non sarebbe disposto a sospendere il suo appoggio ad Hezbollah. Dal canto suo, il segretario generale del movimento sciita, Saed Nasrallah, in una lunga intervista ad Al-Hayat si dice convinto che "la Siria non ha avuto alcun ruolo nell'uccisione" di Hariri e rileva che "non ci sono state indagini sull'ipotesi di un ruolo di Israele nella vicenda".

A Damasco, intanto, Assad ha reso pubblico il decreto presidenziale con il quale ha rimosso il ministro Houssam el-Aswad, membro del Partito democratico progressista, considerato vicino all'ex vice presidente Abd El Halim Kahaddam, che ha pubblicamente accusato il regime di essere coinvolto negli omicidi politici in Libano.

Sui giornali siriani si continua a dare grande eco alla vittoria di Hamas nelle elezioni palestinesi. I giornali tendono a dipingerla come un nuovo "gesto di solidarietà con l'Iran e la Siria", che ormai sono gli unici che stanno difendendo la causa palestinese, "assicurando a tutti la forza della resistenza e la perseveranza contro tutti i progetti occidentali". Festeggiamenti e manifestazioni parlano di questa "storica nuova tappa in Palestina", che indicherebbe la fine degli accordi di Oslo. Spazio viene anche dato sui giornali alle notizie dall'Iran, ugualmente soddisfatto del successo di Hamas, "che avrà senza dubbio il suo influsso sul clima politico in Libano, in Siria ed in Iraq".

In alcune manifestazioni "spontanee" si è gridato contro le interferenza degli americani nelle questioni arabe.

Il governo libanese, invece, nella sua riunione settimanale sotto la presidenza del primo ministro Fouad Siniora, assenti i ministri sciiti, non si è espresso sui risultati delle elezioni palestinesi, ma fonti ministeriali hanno parlato di preoccupazione mostrata da molti ministri per effetti a livello regionale del successo di Hamas.