Mosca rafforza le alleanze in Asia Centrale
di Vladimir Rozanskij

In preparazione il viaggio di Shavkat Mirziyoyev in Russia. La firma di un partenariato strategico e globale tra i due Paesi. Cina e Russia maggiori partner commerciali. Tentare uno sbocco sull’Oceano Indiano, passando per Afghanistan e Pakistan.


Mosca (AsiaNews) - All’inizio di aprile prossimo il presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev visiterà la Russia. Ieri, 3 marzo, si sono incontrati a Mosca il ministro degli esteri dell’Uzbekistan, Abdelaziz Kamilov, e il suo omologo russo Sergej Lavrov, per preparare il futuro incontro (foto 1).

Nell’occasione saranno firmati 30 documenti, compresa la dichiarazione sul partenariato strategico e globale tra Russia e Uzbekistan. Essa dovrebbe rappresentare la sintesi di ciò che le due parti cercano di realizzare da diversi anni, e fare da fondamento per la futura cooperazione.

Mirziyoyev si recò a Mosca la prima volta nel 2016, subito dopo l’elezione a presidente, e la visita fu ricambiata da Putin a Taškent nel 2018 (foto 2). Gli interessi dei due Paesi non si limitano agli accordi economici: essi comprendono problematiche politiche e militari in una zona contesa da Oriente e Occidente. La Russia è il secondo partner commerciale dell’Uzbekistan, per un giro d’affari di 5,9 miliardi di dollari, cedendo solo alla Cina che s’impone con 6,4 miliardi di dollari nella terra dell’antico impero Timuride.

Nelle relazioni russo-uzbeke, il problema più urgente riguarda i lavoratori migranti, che da tutta l’Asia centrale cercano di trasferirsi in Russia. L’Uzbekistan è il primo tra questi Paesi a partecipare al progetto pilota, che permette alle regioni e alle aziende russe di ottenere gli accordi necessari a dare ai migranti i visti di lavoro. La prima regione ad applicare questo accordo è stata la regione di Leningrado (che ha conservato il nome sovietico), attorno alla capitale San Pietroburgo. In questo modo la Russia rafforza le proprie posizioni in Asia centrale, ampliando di molto il mercato della produzione non primaria.

Mosca aiuta l’Uzbekistan anche nella lotta al Covid-19, registrando a Taškent il vaccino Sputnik-V per la produzione locale, che verrà usato insieme al vaccino uzbeko-cinese ZF-UZ-VAC 2021. In campo militare, dopo la fine dell’Urss sono rimaste in Uzbekistan armi e tecnologie del “Dipartimento Militare del Turkestan”, finora poco utilizzate, per assenza di conflitti militari sul territorio uzbeko. Si rende ora necessario un rinnovamento degli armamenti, e la Russia offre condizioni più vantaggiose.

Lo stesso Uzbekistan ambisce a rivestire un ruolo-guida nella regione, favorendo “la convergenza tra Asia centrale e meridionale”, secondo le parole di Kamilov. Per questo si prepara a Taškent un’apposita conferenza a luglio 2021, a cui è stato invitato il ministro russo Lavrov. Si cercherà anche di aprire nuove vie di comunicazione verso l’Oceano Indiano, nonostante le incertezze del territorio afghano. Lavrov ha osservato in proposito che “non esiste una soluzione militare al conflitto afghano, come la storia ha dimostrato più volte, e si può risolvere soltanto attraverso i canali politici e diplomatici, e in questo è molto importante la partecipazione dell’Uzbekistan”.

Un altro progetto presentato da Kamilov è la costruzione della linea ferroviaria Mazar-i-Sharif-Kabul-Peshawar, che collegherà l’Uzbekistan con il Pakistan, permettendo di far giungere i carichi commerciali fino ai porti dell’Oceano Indiano. In questo modo l’Uzbekistan, Paese rimasto finora completamente isolato nei propri confini, inaugurerebbe una nuova stagione di relazioni ad ampio spettro, cercando di non rimanere succube dagli attori principali della regione centrasiatica.

Risentendo della crisi economica del periodo di pandemia, l’Uzbekistan cerca anche aiuti per risolvere diversi problemi sociali al suo interno. Il ministro dell’istruzione Abdukadir Tashkulov ha annunciato il 2 marzo una misura di sostegno per gli studenti che non riescono a pagarsi l’affitto durante gli studi, dividendoli in tre categorie: verdi, gialli e rossi, a seconda del livello di necessità economica.