Pechino stringe la morsa sui giganti del web

Per Xi Jinping sono troppo grandi e influenti, devono essere ridimensionati. Tencent e Alibaba i primi obiettivi. Le autorità cinesi vogliono rompere i monopoli nel settore hi-tech. Nel mirino anche gli investimenti nei media. Come Jack Ma, chi sfida Xi si “ritira” per occuparsi di beneficenza.


Pechino (AsiaNews) – Il Partito comunista cinese continua a stringere la morsa sui giganti nazionali del web, considerati troppo grandi e influenti, e quindi un pericolo per il regime. Secondo la televisione statale Cctv, ieri il presidente cinese Xi Jinping ha ordinato alle autorità competenti di controllare l’attività dei colossi di  internet, mettendo fine ai monopoli nel settore e promuovendo una “giusta competizione”.

Il 12 marzo l’Amministrazione statale per la regolamentazione dei mercati aveva multato 12 grandi compagnie hi-tech, tra cui Tencent, Baidu, Didi Chuxing e SoftBank, per aver violato le regole anti-monopolio. Dopo l’annuncio, il titolo Tencent ha perso in borsa 52 miliardi di euro.

Tencent possiede WeChat, social di messaggistica con più di un miliardo di utenti, che ha anche una versione per i pagamenti via web (concorrente di Ant Group). Il gruppo hi-tech di Pony Ma, tra gli uomini più ricchi del Paese, ha anche interessi nel settore bancario, assicurativo e dello spettacolo.

Gli investitori temono che Tencent finisca nel mirino delle autorità nazionali come Alibaba, la multinazionale dell’e-commerce fondata dal miliardario Jack Ma. In novembre il governo cinese ha bloccato l’ingresso in borsa di Ant Group, il braccio finanziario di Alibaba. La quotazione, la più alta della storia (33,7 miliardi di euro), è stata fermata perché l’attività di Ant non era in linea con le nuove regole governative sulla concessione di micro-finanziamenti attraverso piattaforme web.

Diversi osservatori fanno notare che alla leadership non erano piaciute le parole pronunciate da Ma il 24 ottobre, quando in un discorso pubblico egli ha attaccato il sistema finanziario e bancario del Paese.

In dicembre il governo ha dichiarato che il varo di una politica anti-trust sarà una delle priorità economiche per il 2021. Lo stesso mese, le autorità hanno multato Alibaba e Tencent per non aver reso noto in anticipo operazioni con cui hanno acquisito concorrenti più piccoli.

Per limitare il peso dei grandi gruppi, sembra che le autorità puntino a smembrare le loro attività. Secondo il Wall Street Journal, che cita fonti a conoscenza del dossier, il governo ha ordinato ad Alibaba di cedere i media che controlla. La compagnia è proprietaria del South China Morning Post e ha quote di Weibo, il Twitter cinese.

Ant Group è impegnata poi a ristrutturare il suo business dei pagamenti digitali, in modo che esso rispetti le stesse regole sui capitali osservate dalle banche tradizionali, come chiesto dalle autorità. Simon Hu, amministratore delegato di Ant, si è dimesso però il 12 marzo. Egli voleva trasformare Alipay, l’asset principale della compagnia, in un grande “centro commerciale online”, capace di fornire prestiti, servizi turistici e assicurare consegne a domicilio. Come Jack Ma, ora Hu si dedicherà alla “beneficenza”: l’approdo per chi diventa scomodo agli occhi di Xi Jinping.