Riyadh propone una tregua ‘globale’ in Yemen: no dagli Houthi

I sauditi chiedono un cessate il fuoco sotto l’egida delle Nazioni Unite. Prevista anche la (parziale) riapertura dei collegamenti aerei e marittimi, assieme all’avvio di negoziati politici. Per le milizie filo-iraniane la proposta è “insufficiente”: prima chiedono la “fine dell’aggressione” e la “rimozione completa del blocco”.


Sana’a (AsiaNews/Agenzie) - L’Arabia Saudita propone un cessate il fuoco “globale” nello Yemen, per mettere fine a un conflitto devastante che continua a provocare morti e feriti, inasprendo una situazione di crisi alimentare già oltre i livelli di emergenza. Un primo passo nella direzione di una tregua che possa favorire accordi di pace di larga scala e mettere fine a sei anni di conflitto sanguinoso, che i ribelli Houthi hanno però già respinto giudicandola irricevibile. 

Per Riyadh, l'iniziativa dovrebbe essere gestita dalle Nazioni Unite. “Vogliamo che le armi - prosegue la nota a firma del ministro saudita degli Esteri Fayçal ben Farhane - tacciano completamente”. Il piano, aggiunge, “avrà effetto nel momento stesso in cui gli Houthi l’avranno accettato”. Esso prevede anche la parziale riapertura dei collegamenti aerei e marittimi, assieme all’avvio di negoziati politici per una tregua duratura con le milizie ribelli sostenute dall’Iran, che controllano il nord del Paese compresa la capitale Sana’a.

Gli Houthi hanno respinto però l’offerta ritenendola “insufficiente”. “L’Arabia Saudita - afferma il portavoce dei ribelli Mohammad Abdelsalam - deve annunciare la fine dell’aggressione e rimuovere del tutto il blocco [sullo Yemen], perché mettere sul tavolo idee di cui si discute da oltre un anno non aggiunge niente di nuovo”.

La guerra è divampata nel 2014 come conflitto interno ed è degenerata nel marzo dell’anno successivo con l’intervento della coalizione araba guidata da Riyadh. Il conflitto ha fatto registrare oltre 10mila morti e 55mila feriti. Organismi indipendenti fissano il bilancio (fra gennaio 2016 e fine luglio 2018) a 57mila decessi. Per l’Onu ha innescato la “peggiore crisi umanitaria al mondo”, sulla quale il Covid-19 rischia di avere effetti “devastanti”. Milioni di persone sono sull’orlo della fame; i bambini potrebbero subirne le conseguenze per i prossimi 20 anni.

L’ultima proposta di Riyadh giunge in una fase di recrudescenza degli attacchi a colpi di missili e di droni sferrati dagli Houthi, in particolare contro le strutture energetiche e gli impianti petroliferi del vicino regno wahhabita. Da inizio febbraio i ribelli filo-iraniani hanno inoltre intrapreso una feroce offensiva per la conquista di Ma'rib, ultima roccaforte nelle mani del governo riconosciuto dalla comunità internazionale - rifugiato ad Aden e sostenuto dall’Arabia Saudita - nel nord del Paese.