Lo sviluppo dello Sri Lanka dipende dalle condizioni delle donne
di Melani Manel Perera

La Federazione femminile Nafso ha prodotto un documento per rafforzare la presenza femminile a livello sociale, economico e politico. Il nodo dell’indipendenza e dei tassi sul micro-credito. Oltre 200 donne si sono suicidate nel silenzio generale. Anche le suore in campo a sostegno di chi è in difficoltà. 


Colombo (AsiaNews) - Rafforzare il ruolo della donna nello Sri Lanka ”a livello sociale, economico e politico”, in un’ottica di “uguaglianza e giustizia”. È l’obiettivo della Federazione femminile del National Fisheries Solidarity Movement (Nafso), che per la Festa della donna, celebrata qui il 25 marzo, ha prodotto un documento intitolato “Politiche per responsabilizzare le donne nelle comunità produttrici di cibo” consegnato in questi giorni al governo. Il Nafso ha promosso anche un evento in collaborazione con il collettivo che riunisce le organizzazioni della società civile del Paese. 

All’evento erano presenti la parlamentare Harini Amarasuriya, la segretaria del ministero per la Prevenzione del Covid e le cure primarie Sunethra Gunawardene e la direttrice del ministero per gli Affari femminili Champa Upadsena, cui è stata consegnata copia del documento. Laveena Hasandhi, responsabile della sezione femminile Nafso, sottolinea che le donne “del nord e dell’est già colpite dalla guerra” che ha comportato “gravi sofferenze a livello economico, sociale e politico” ora devono fronteggiare anche “la piaga del Covid”. Il virus ha colpito contadine, pescatrici e operaie “spingendole in una crisi ancora più profonda”. 

Il problema maggiore resta però quello di una indipendenza economica, soprattutto nella concessione e nel pagamento dei prestiti. “Abbiamo tre aree di intervento - spiega Laveena - legate alle donne imprenditrici nel settore alimentare: l’investimento di capitale, una tecnologia adeguata per migliorare la produzione e il mercato”. Spesso le donne faticano a “ricevere denaro da banche pubbliche e private” per la richiesta di tutele o garanzie che non possono fornire. 

Nell’ultimo periodo oltre 200 donne si sono suicidate perché non riuscivano a saldare i loro debiti alle varie società di prestito dello Sri Lanka. Ogni decesso è presente nei registri della polizia, ma le notizie vengono il più delle volte mantenute segrete e non vengono divulgate. “È una tragedia” afferma sconsolata la leader femminile Nafso. 

In questi giorni un gruppo di contadine in grave crisi finanziaria a causa dei debiti accumulati con i micro-crediti hanno promosso una protesta pacifica (Sathaygraha) a Hingurakgoda, nella North Central province. Le donne chiedono al governo di abolire la tassazione, come promesso in campagna elettorale nel 2019 dall’attuale presidente Gotabaya Rajapakse. In un percorso di emancipazione, aggiunge l’attivista, è fondamentale “la liberazione dai debiti, la promozione di metodi tradizionali e l’uso di moderne tecnologie”. 

All’evento del 25 marzo hanno partecipato anche tre religiose della Sacra Famiglia: suor Lalani, suor Anusha e suor Madhushani. Interpellata da AsiaNews sr. Anusha Perera sottolinea: “In quanto religiose, apprezziamo molto il grande contributo dato dalle donne dello Sri Lanka all’economia nazionale”. Ecco perché “vogliamo esprimere loro la nostra gratitudine e il nostro apprezzamento”.

In questo contesto anche le suore possono ricoprire un ruolo importante, fungendo da “mediatrici fra le donne e le altre parti, in special modo quelle in difficoltà o che hanno bisogno di un aiuto per raggiungere l’indipendenza”. “Dobbiamo contribuire - prosegue - nella cura della mente delle donne che si sentono isolate, che affrontano i problemi più disparati, le persecuzioni e le crisi, in modo che possano dedicare energie e tempo per guadagnarsi da vivere”.