A Calcutta la marcia di Pasqua dei cristiani
di Nirmala Carvalho

Dopo la pandemia le diverse confessioni cristiane sono tornate a riunirsi come segno di speranza per tutta la città. L'arcivescovo Thomas D’Souza: "Anche nei momenti più difficili non dobbiamo cedere alla disperazione e rassegnarci".


Calcutta (AsiaNews) - Cristiani di tutte le confessioni provenienti da ogni parte della città hanno preso parte alla marcia di Pasqua, che si è tenuta la sera di domenica 4 aprile. L'iniziativa, che ha visto la partecipazione di circa 1.100 persone, è ormai una tradizione per questa comunità: viene organizzata da 10 anni, ma nel 2020 non si era potuta tenere a causa della pandemia da coronavirus.

La marcia è iniziata dal Bishop’s College ed è culminata in una cerimonia di ringraziamento nel giardino della St James’ School, alla quale hanno partecipato fedeli della Chiesa cattolica, anglicani della Church of North India, evangelici della Chiesa battista e dell'Assemblea della Chiesa di Dio. L'appuntamento era stato annunciato lo scorso mese con una lettera congiunta inviata alle diverse comunità dal vescovo anglicano Paritosh Canning, dall'arcivescovo cattolico di Calcutta mons. Thomas D’Souza, dal reverendo Ivan Satyavrata, responsabile dell'Assemblea della Chiesa di Dio, e da Sudip Biswas, della Bengal Baptist Union.

“L'anno scorso - spiega mons. D’Souza - ci trovavamo ad affrontare le sfide della pandemia e le chiese erano chiuse, ma la nostra fede ci ha sostenuto. Quest'anno, invece, i luoghi sacri di Calcutta sono aperti e a Pasqua abbiamo voluto portare un messaggio di speranza. L'amore porta unità e pace distruggendo l'odio. Anche nei momenti più difficili non dobbiamo cedere alla disperazione e rassegnarci. Dobbiamo vivere come buoni cristiani e buoni cittadini”.

John Gosh, segretario della diocesi anglicana di Calcutta, aggiunge che “la marcia raduna insieme organizzazioni cristiane differenti. In un momento in cui c'è molta tensione nella società dobbiamo restare uniti”. Gli fa eco il domenicano padre Dominic Gomes, vicario generale dell'arcidiocesi di Calcutta: “Abbiamo vissuto questa processione come qualcosa che unisce i cristiani di ogni confessione. Il messaggio è che dobbiamo restare positivi e aperti alla speranza”.

“Durante la marcia ecumenica - dichiara ad AsiaNews mons. D' Souza - i cristiani delle diverse confessioni trascorrono del tempo insieme per pregare e ascoltare la Parola di Dio. Solitamente la folla era ancora più grande, ma quest'anno a causa delle restrizioni il numero dei partecipanti è stato limitato. Celebrare insieme la Pasqua è importante per il mondo di oggi, nel quale c'è così tanto odio e violenza, anche in alcune parti del nostro Paese". La Pasqua insegna che l'odio è vinto dall'amore grazie alla pace di Cristo, ricorda l'arcivescovo di Calcutta: "Dove la gente è disperata, a causa della pandemia o di altre situazioni o ansietà, il Risorto viene a portare speranza. Cristo continua a vivere in noi, chiamandoci a essere suoi testimoni nelle nostre vite quotidiane”.

Quanto alla fraternità tra i capi delle Chiese di Calcutta, mons. D'Souza sottolinea che c'è sempre un clima cordiale: "Ci incontriamo regolarmente, anche se durante la pandemia questo non è potuto accadere. Avvertiamo che dobbiamo vederci più spesso e questa marcia di Pasqua è stata un'ottima occasione”.