Oltre il Covid: con la ripresa mondiale arriva il pericolo inflazione

Le imprese fanno incetta di beni per rispondere alla crescita della domanda. Scarsità di alcuni fattori di produzione come i microchip spingono in alto i prezzi. In aumento anche i costi di trasporto. Rallenta però la ripresa economica in Cina: previsioni al ribasso per  produzione e consumi interni.


Hong Kong (AsiaNews) – L’inflazione è il nuovo pericolo per il mondo dopo che le campagne di vaccinazione contro il Covid-19 in molti Paesi hanno favorito la ripresa economica. L’eccesso di domanda ha portato però alla mancanza di alcuni beni chiave, a strozzature nei trasporti internazionali e al conseguente aumento dei prezzi di produzione. Un trend inflattivo alimentato anche dagli stimoli economici approvati dai governi per superare la recessione pandemica.

Le imprese fanno incetta di scorte di materiali per rispondere a ulteriori aumenti degli ordini. Tale tendenza ha messo a dura prova le catene globali di approvvigionamento, facendo salire i prezzi in molti settori.

Gli esperti prevedono una stabile crescita dei costi di produzione nei prossimi 12 mesi. Come sottolineato in aprile dalle Nazioni Unite, l’incremento riguarda anche i prezzi dei beni alimentari, cresciuti per l’11° mese consecutivo. Le previsioni sono per un progressivo aumento, soprattutto per timori legati a disastri meteorologici e alla corsa all’acquisto di cereali in Cina.

Sui prezzi incide in modo significativo la penuria di alcuni fattori di produzione. Il caso più eclatante è quello dei microchip, usati per la realizzazione di tutti i prodotti hi-tech. Dovuta in larga parte all’accresciuta richiesta di strumenti tecnologici seguita alla pandemia, la  scarsità di microchip ha mandato in difficoltà il settore automobilistico e quello degli smartphone in Asia orientale e sud-orientale, con riflessi sull’export dei Paesi della regione ad alta capacità tecnologica.

La grande domanda dei beni di produzione ha rianimato il mercato del trasporto marittimo. Il ritmo di crescita ha creato ingorghi nei porti, con relativi ritardi nelle consegne: tutti elementi che spingono in alto le spese dei produttori, destinate a essere scaricate sui consumatori, a meno di un miglioramento della produttività.

La preoccupazione diffusa è poi che la Cina scarichi la sua inflazione sui Paesi clienti. Secondo l’Ufficio cinese di statistica, in aprile i prezzi alla produzione sono arrivati ai massimi dal 2017. Gli ultimi dati segnalano però che il recupero del gigante asiatico è ancora incerto. Lo scorso mese la produzione industriale è cresciuta del 9,8% su base annua: in netto calo rispetto al +14.4% registrato in marzo. Ancora più significativo è il rallentamento nella crescita delle vendite al dettaglio, un indicatore del livello dei consumi: essa si è fermata al 17,7%, quasi dimezzata rispetto a marzo (+34,2%).