In una delle zone più inquinate di Dhaka la Settimana della Laudato Sì
di Sumon Corraya

La mobilitazione della Chiesa del Bangladesh per la custodia del creato nel segno dell'enciclica di Francesco. Nell'ultimo anno piantati 700mila alberi da Caritas e diocesi. Mons. Rozario: "Se falliremo nel proteggere la natura e la terra ci troveremo davanti a un disastro".


Dhaka (AsiaNews) - La Settimana della Laudato Sì, che la Chiesa sta celebrando in questi giorni in tutto il mondo nell'anniversario della pubblicazione dell'enciclica sulla cura del creato, ha un significato particolare per i cattolici del Bangladesh, Paese che fa i conti in modo pesante con l'inquinamento, ma anche con le conseguenze del cambiamento climatico. “Poiché sappiamo che le cose possono cambiare” (Laudato Sì, 13) è il tema suggerito dal dicastero Vaticano per il Servizio dello sviluppo umano per questo appuntamento che dal 16 al 25 maggio mira a fare il punto sul cammino che la Chiesa intera sta compiendo nella sua conversione ecologica.

“Per la spesa prima utilizzavo i sacchetti di plastica, adesso ho una sporta di juta”, racconta ad AsiaNews Jewel Gomes, un fedele dalla parrocchia di Dharenda a Dhaka. Una volta era un villaggio, in 15 anni questa zona è diventata una città con il boom delle industrie tessili. Al prezzo, però, di un ambiente sempre più inquinato: “Tutta l'acqua del canale è sporcata dagli scarichi della fabbrica, non si può né bere né utilizzare per alcun lavoro”, spiega Jewel. Ma si vedono anche altri effetti dannosi dell'inquinamento: “Le noci di cocco, i giachi e gli altri frutti cadono dall'albero prima di maturare. Se laviamo le vacche nel canale soffrono di disturbi alla pelle”, continua. Anche l'inquinamento dell'aria e il rumore si fanno sentire molto. In questa situazione la parrocchia sta celebrando la settimana della Laudato Sì: “Abbiamo capito - commenta Jewel - quanto sia importante prenderci cura del creato perché noi siamo già tra le vittime del cambiamento climatico. Anche per questo utilizzo la borsa di juta al posto dei sacchetti di plastica”.

L'anno scorso a Dharenda i cattolici hanno protestato contro i padroni della fabbrica inquinante. Bimol Rozario, un altro fedele della parrocchia, racconta ad AsiaNews di aver piantato un albero di giachi proprio durante questa Settimana della Laudato Sì: “Il creato ci ama come una madre, ma noi lo perseguitiamo con il nostro cattivo comportamento. Dunque è arrivato il tempo di amare la terra prendendoci cura dell'ambiente”.

Nell'ultimo anno la Caritas locale e la Chiesa cattolica hanno piantato 700mila alberi per celebrare il quinto anniversario dell'enciclica Laudato Sì e i 50 anni dalla nascita del Bangladesh. Per accompagnare la Settimana della Laudato Sì, mons. Gervas Rozario, vescovo di Rajshahi e presidente della Commissione Giustizia e pace della Chiesa del Bangladesh, ha inviato una lettera pastorale a tutte le diocesi del Paese: “In questo tempo dobbiamo fare tutto quanto possiamo per prenderci cura della natura e dell'ambiente, piantare alberi, pulire e aiutare a ridurre l'uso dei combustibili fossili”.

“Dio Onnipotente - scrive ancora mons. Rozario - ha creato questa terra, inclusi gli animali, con immenso amore. Ha affidato all'uomo l'autorità per prendersi cura di tutti. Prendiamoci cura della madre terra usando la nostra creatività e saremo ricolmati di amore. Ma se invece falliremo nel proteggere la natura e la terra ci troveremo davanti a un disastro. Facciamo dunque in modo che lo spirito che il papa ci ha suggerito nella Laudato Sì ispiri anche gli altri. Così potremo vivere in una terra meravigliosa, sviluppata e duratura”.