Cina, monaci tibetani condannati per aver chiesto l'indipendenza

Cinque fra monaci e monache condannati per "aver affisso una lettera di protesta che chiede l'indipendenza e la cancellazione delle Olimpiadi del 2008". Le sentenze vanno dai 18 mesi ai tre anni.


Lanzhou (AsiaNews/Kyodo) – Una Corte di giustizia cinese ha condannato alla prigione cinque monaci buddisti tibetani, giudicati colpevoli di aver distribuito una lettera che chiede l'indipendenza del Tibet e la cancellazione delle Olimpiadi di Pechino del 2008. Lo denuncia il Free Tibet Campaign, gruppo residente a Londra che monitora la situazione dei diritti umani nella regione sud-orientale della Cina.

I cinque – tre monache e due monaci – sono stati giudicati dalla Corte intermedia della provincia del Gansu che ha condannato due monache, Tadrin Tsomo e Choekyi Drolma, ed un monaco, Dargye Gyatso, a tre anni di carcere. Gli altri due, Yonten Drolma e Jamyang Samdrub, sono stati invece condannati a 18 mesi.

La polizia provinciale li ha arrestati il 22 maggio dell'anno scorso per il loro presunto ruolo nella distribuzione ed affissione della "lettera di protesta" – di una pagina - nel monastero Labrang, nel mercato della contea omonima e "presumibilmente" nelle aree vicine. La lettera è apparsa molti giorni prima dell'arresto.

La lettera chiede la formale indipendenza della Regione autonoma tibetana e sostiene che Pechino non dovrebbe ospitare i Giochi olimpici fino a che "la questione tibetana non venga risolta in modo pacifico". Secondo il Free Tibet Campaign, è "raro" che gli attivisti che lottano per l'indipendenza usino l'argomento delle Olimpiadi del 2008, le prime ad essere ospitate in Cina.

I cinque condannati provengono tutti dalla provincia del Qinghai: i monaci vivevano nel monastero Labrang, le monache nel convento Gendun Tengye Ling, a circa mezz'ora di macchina dal monastero.

"Nuovi testimoni – dice Yael Weisz-Rind, membro del gruppo di Londra – confermano le nostre paure di una crescente repressione nella provincia. Lo scenario dipinto dalle loro testimonianze  mostra che la Cina sta compiendo nuovi sforzi per colpire la libertà di religione e quella di espressione in Tibet".

"L'obiettivo – conclude – è quello di colpire i monaci e le monache ed intensificare la 'campagna per l'educazione patriottica' all'interno dei monasteri".