Proteste a Mong Kok: fino a 8 mesi di carcere per 5 manifestanti

Quattro sono studenti: fra loro anche l’ex presidente dell’Unione studentesca dell’università cinese. Il nuovo vescovo di Hong Kong ha presentato una lettera per lo sconto di pena a favore di uno degli incriminati. La polizia schiererà 3mila agenti per impedire la veglia del 4 giugno in ricordo del massacro di Tiananmen.


Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – Una corte di Kowloon ha condannato ieri cinque persone a pene fra sei e otto mesi di carcere per la loro partecipazione a una manifestazione non autorizzata il 20 ottobre 2019. Quel giorno migliaia di dimostranti si sono riuniti a Mong Kok per protestare contro una legge che vietava l’uso di maschere in luoghi pubblici. Iniziate in modo pacifico, le proteste si sono trasformate poi in scontri tra manifestanti e poliziotti.

Tra i cinque condannati figura Owen Au, ex presidente dell’Unione degli studenti dell’università cinese di Hong Kong; gli altri finiti in prigione sono tre studenti universitari e un 49enne che lavorava in un dipartimento dello stesso ateneo.

Dopo il loro arresto in maggio, tutti gli incriminati hanno presentato domanda per uno sconto di pena. Secondo quanto riporta Apple Daily, la richiesta per Walter Tse, studente della facoltà di architettura, è stata presentata da mons. Stephen Chow, da poco nominato nuovo vescovo dell’ex colonia britannica.

Nel frattempo cresce la tensione per domani, 32° anniversario del massacro di Tiananmen. La polizia è pronta a schierare 3mila agenti per impedire raduni che commemorino i manifestanti uccisi a Pechino il 4 giugno 1989. Lo scorso 27 maggio le Forze dell’ordine hanno vietato lo svolgimento della tradizionale veglia al Victoria Park in ricordo dell’accaduto. Come nel 2020, le autorità hanno motivato il divieto con la necessità di rispettare le regole sanitarie contro il Covid-19.