Nuovo governo archivia (forse) l’era Netanyahu

Alla scadenza del mandato esplorativo Lapid, Bennett e Mansour Abbas raggiungono l’accordo per il nuovo esecutivo. La coalizione sarà formata da otto diversi partiti, inclusi nazionalisti e arabi. Ora dovrà ottenere la fiducia in Parlamento, ma i numeri sono risicati. Da luglio Israele avrà anche un nuovo presidente, l’ex leader laburista Isaac Herzog. 


Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - In Israele finisce - forse per sempre, dopo un dominio politico e istituzionale durato quasi 12 anni - l’era del primo ministro Benjamin Netanyahu. Il prossimo esecutivo, nato ieri sera a poche ore dalla scadenza del mandato esplorativo a Yair Lapid, sarà formato da diversi partiti che vanno dalla destra ai centristi, passando per gli arabi-israeliani di Raam, una prima assoluta al governo. Nel pomeriggio la Knesset, il Parlamento israeliano, aveva eletto con 87 voti su 120 l’ex leader labour Isaac Herzog come prossimo presidente, battendo Miriam Peretz che ne ha raccolti 26. Il 60enne figlio di Chaim Herzog, già presidente dal 1983 al 1993, prenderà il posto di Reuven Rivlin il cui mandato scadrà il prossimo 9 luglio. 

Nella prima fase il prossimo esecutivo sarà guidato dall’esponente della destra Naftali Bennett, capo del partito Yamina, che si avvale del sostegno di una coalizione formata da otto diverse formazioni. L’accordo prevede un regime di rotazione che, nella seconda parte della legislatura a partire dal 27 agosto 2023, affiderà il ruolo di premier all’esponente centrista Yair Lapid del partito Yesh Atid. 

Ora resta l’iter formale del passaggio in Parlamento, dove il nuovo esecutivo deve ottenere una maggioranza di almeno 61 deputati per poi prestare il giuramento. Se non dovesse raggiungere i voti necessari (ad oggi l’unione dei partiti si ferma alla soglia minima alla Knesset), lo scenario più probabile appare quello della quinta tornata elettorale in due anni.

In una nota Lapid comunica di aver informato il presidente Rivlin dell’accordo: “Prometto - ha sottolineato il leader centrista - che questo governo lavorerà al servizio di tutti i cittadini israeliani, quelli che lo hanno votato e quelli che non lo hanno fatto. Rispetterà i suoi avversari e farà tutto ciò che è in suo potere per unire e connettere tutte le parti della società israeliana”. 

A suggellare l’accordo, una immagine (nella foto) che è circolata moltissimo in queste ore in rete e sui social, che mostra Lapid, Bennet e il leader del partito arabo-israeliano Mansour Abbas firmare il patto di governo, un evento ritenuto impensabile fino a poche settimane fa. “La decisione è stata dura - ha dichiarato ai cronisti Abbas - e vi sono ancora diverse questioni irrisolte, ma è stato importante raggiungere l’accordo” il quale contiene “molti elementi che andranno a beneficio della società araba”.

La coalizione di governo di larghe intese (e dagli equilibri precari) messa insieme da Lapid comprende otto partiti: i centristi di Yesh Atid e Blu e Bianco di Benny Gantz, con i laburisti e la sinistra radicale di Meretz, insieme ai partiti nazionalisti di destra Yisrael Beiteinu, New Hope e Yamina. Per la prima volta un partito arabo-israeliano - i conservatori islamisti di Raam - partecipa in via ufficiale alla formazione di un esecutivo dello Stato ebraico.

La finalizzazione dell’accordo di governo è avvenuta ieri dopo una lunga giornata di trattative avvenute in un hotel nei pressi di Tel Aviv, durante il quale si è parlato di diverse questioni: dalla legalizzazione della cannabis alle multe per le costruzioni illegali, alla rotazione dei posti di vertice del sistema giudiziario. Secondo i media israeliani diverse questioni restano irrisolte e non tutti gli elementi sono stati definiti, motivo per il quale restano (non pochi) dubbi sulle effettive possibilità della coalizione di ottenere il voto di fiducia in Parlamento che per il presidente Rivlin deve avvenire il prima possibile. Il leader uscente Netanyahu aveva definito il nuovo governo “la frode del secolo”, sottolineando che avrebbe messo in pericolo lo Stato e il popolo di Israele.