Colombo, un talent-show per rilanciare l’impegno a favore dei rifugiati
di Melani Manel Perera

L’iniziativa promossa dal Refugee Care Network e celebrata il 20 giugno scorso in concomitanza con la Giornata mondiale Onu. L’associazione cura 450 famiglie di rifugiati, per un totale di un migliaio di persone. Herman Kumara: sono “fratelli e sorelle” dotati “di talento”. Il sostegno della Chiesa cattolica locale. 


Colombo (AsiaNews) - All’insegna del motto lanciato dal segretariato generale Onu António Guterres “Insieme guariamo, impariamo e risplendiamo”, il 20 giugno scorso un movimento attivista dello Sri Lanka ha celebrato la Giornata mondiale del rifugiato con un originale talent-show. Promosso dal “Refugee Care Network” (ReCan), l’evento ha permesso a giovani e bambini provenienti da famiglie di migranti e rifugiati di esprimere le loro capacità, oltre alle aspettative e alle frustrazioni per condizioni di vita spesso durissime. 

All’iniziativa hanno aderito 125 rifugiati, responsabili e funzionari, ospiti speciali e sostenitori dell’associazione. Dal gennaio scorso ReCan si prende cura di 450 famiglie di rifugiati, per un totale di un migliaio di persone. Fra questi vi sono 175 bambini, un centinaio di giovani e oltre 300 anziani che, in base alla legge, non possono lavorare e non godono di diritti o tutele. Essi sono dislocati nei vari centri a Negombo e Colombo, una piccola parte anche a Kandy e Kadana. 

Presentando l’iniziativa, Herman Kumara, uno dei coordinatori di ReCan, sottolinea che questi rifugiati sono “fratelli e sorelle” dotati “di talento” che meritano cura e un trattamento adeguato. “Il nostro team di lavoro - racconta - punta molto sullo sviluppo delle loro capacità e potenzialità” oltre “all’educazione” ed è per questo che si è pensato di promuovere un talent-show. Rivolgendosi ai partecipanti, egli sottolinea che “noi lavoriamo perché voi possiate sviluppare tutto il talento e il potenziale, la vostra vita, e perché il vostro futuro sia luminoso”. 

L’attivista ringrazia “tutti quelli che sostengono il nostro lavoro” e collaborano con noi “in questo processo” di sviluppo e apprendimento. Fra le varie realtà in campo vi è anche la Nafso, accanto a ReCan in questa importante iniziativa sociale che “permetterà di rendere più sano e sicuro il nostro Paese” anche per i suoi stessi abitanti. 

In rappresentanza della Chiesa cattolica era presente p. Anton Sriyan, direttore nazionale della Commissione episcopale per i migranti e rifugiati. Nel suo intervento, egli ha espresso il plauso e il sostegno di vescovi e sacerdoti al lavoro dell’ong e, rivolgendosi ai presenti, ha ricordato che è compito di tutti noi fornire aiuto, protezione, educazione e sostegno allo sviluppo delle capacità di a questi ragazzi e bambini. 

Raga Alphonses, consulente ReCan, ricorda quanto sia importante oggi “pensare a livello globale” in un’ottica di solidarietà e non solo quando “ci toccano da vicino” i problemi. Egli fa l’esempio dei vaccini per il Covid, per i quali “abbiamo bisogno del mondo e di un sostegno globale”. “Quando abbiamo un’emergenza umanitaria, vogliamo che il mondo ci sostenga. Ma non siamo pronti ad assumerci la responsabilità globale - conclude l’attivista - per i rifugiati e gli sfollati”.