Raid aerei Usa contro obiettivi filo-iraniani in Sira e Iraq

Nel mirino le milizie vicine a Teheran attive nei due Paesi. Gli attacchi hanno centrato “strutture operative e depositi di armi” e sono una risposta all’uso di droni. Non risultano vittime o feriti, ma una ong parla di almeno cinque miliziani uccisi in Siria. Per la tv di Damasco un bambino fra le vittime. A Baghdad incontro fra i leader di Giordania, Egitto e Iraq. 


Baghdad (AsiaNews/Agenzie) - Gli Stati Uniti hanno lanciato raid aerei mirati contro milizie filo-iraniane in Iraq e in Siria. Lo ha rivelato con una nota il Pentagono, secondo cui gli attacchi hanno centrato “strutture operative e depositi di armi” e sono una risposta all’invio di droni da parte dei combattenti sciiti contro obiettivi Usa nella regione. 

“Il presidente [Joe] Biden è stato chiaro - prosegue la dichiarazione - sul fatto che agiremo per proteggere il personale statunitense”. Si tratta del secondo round di attacchi contro milizie filo-iraniane nel'area autorizzato da Biden dal suo insediamento nel gennaio scorso.

Le forze Usa sono state oggetto di ripetuti attacchi negli ultimi mesi, per i quali Teheran ha negato ogni coinvolgimento. Nella regione vi sono circa 2.500 soldati parte della coalizione internazionale in lotta contro le cellule ancora attive dello Stato islamico (SI, ex Isis) che, in queste ore, ha rivendicato un attacco contro una centrale elettrica. 

I raid aerei Usa “difensivi” e di “precisione” hanno colpito due obiettivi in Siria e uno in Iraq. Washington ha agito per “legittima difesa” prendendo “necessarie, appropriate e deliberate” azioni con l’obiettivo di “limitare il rischio di una escalation” e per “mandare un chiaro messaggio”. Al momento non si hanno conferme di vittime o feriti negli attacchi; tuttavia, fonti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani (ong con base nel Regno Unito e una fitta rete di corrispondenti sul territorio) parlano di cinque miliziani uccisi e diversi feriti in Siria. La tv di Stato siriana riferisce di un bambino ucciso e altri tre feriti. 

Intanto nel fine settimana si è tenuto Baghdad un incontro di massimo livello cui hanno partecipato i leader di Iraq, Giordania ed Egitto. Per la prima volta dall’invasione del Kuwait nel 1990, un presidente egiziano ha visitato l’Iraq. L'obiettivo dei colloqui che hanno visto la partecipazione di re Abdallah II di Giordania, del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e del padrone di casa, il premier Moustafa al-Kazimi è il rafforzamento della collaborazione in campo economico e in materia di sicurezza. I dirigenti arabi hanno anche discusso di una “soluzione politica” per mettere fine alla guerra in Siria, basata sulle risoluzioni Onu e che “preservi la sicurezza e la stabilità” della nazione ponendo le basi per “il ritorno dei rifugiati”.