Colombo: rabbia per la scarcerazione di un politico condannato per omicidio
di Melani Manel Perera

Duminda Silva era stato condannato alla pena di morte per l'uccisione di un parlamentare. Il suo rilascio dopo la grazia presidenziale ha scatenato l'indignazione pubblica locale e internazionale. Tra i detenuti liberati anche 16 ex combattenti delle Tigri tamil. Preoccupazione per l'erosione dello Stato di diritto.


Colombo (AsiaNews) - La scarcerazione di un ex parlamentare condannato alla pena di morte ha scatenato l’indignazione popolare in Sri Lanka. Duminda Silva è stato rilasciato il 24 giugno insieme ad altri 93 detenuti dopo che il presidente Gotabaya Rajapaksa ha deciso di concedere loro una grazia speciale. Tra i prigionieri liberati ci sono anche 16 ex militanti delle Tigri tamil, incarcerati senza processo in base alla legge sulla prevenzione del terrorismo, e che avrebbero dovuto scontare un altro anno di prigione.

L'opinione pubblica, e parte di quella internazionale, ha accusato Rajapaksa di tradire la democrazia e l’indipendenza del potere giudiziario. Un alleato dell’attuale governo, Silva era finito in carcere nel 2016 con l'accusa di aver assassinato il parlamentare Bharatha Lakshman Premachandra.

Il rev. Marimuttu Sathivel, sacerdote anglicano e coordinatore del Movimento nazionale per il rilascio dei prigionieri politici, parlando ad AsiaNews ha dichiarato che non si possono usare due pesi e due misure nella scarcerazione dei prigionieri politici: “Se Silva, che era stato condannato, viene rilasciato in questo modo arbitrario, allora perchè chi è stato incarcerato ingiustamente senza processo non dovrebbe essere liberato?". Così facendo, continua il rev. Sathivel, "il presidente dimostra di poter decidere in modo indipendente di arrestare o rilasciare chiunque e in qualsiasi momento. Questo è molto pericoloso per chiunque si trovi all’opposizione”.

Secondo il deputato ed ex ministro della Giustizia Thalatha Athukorala, non è la prima volta che il governo dimostra “di premiare gli assassini e di punire chi indaga su di loro”. Sulla scia di questi eventi, dal 24 giugno i detenuti delle prigioni di Mahara e Welikada stanno portando avanti uno sciopero della fame per chiedere che le loro condanne a morte siano commutate in ergastoli di 20 anni. 

Anche l'Associazione degli avvocati dello Sri Lanka ha condannato la decisione, descrivendola come una mossa irragionevole che mina lo stato di diritto e favorisce la perdita di fiducia della popolazione nei confronti della giustizia. In una dichiarazione, l’Associazione ha insistito che il presidente Rajapaksa renda pubbliche le ragioni per cui il caso di Silva si distingue dagli altri. Per esempio, l'avvocato per i diritti umani Hejaaz Hizbullah, e il poeta e insegnante Ahnaf Jazeem, rimangono detenuti senza processo per terrorismo, condizione in cui si trovano anche diversi esponenti delle minoranze e dell'opposizione politica.