Card. Rai: avanti per una soluzione ai problemi del Paese

All'indomani della visita in Vaticano il patriarca maronita racconta di aver chiesto al papa di incontrare anche i politici libanesi e i leader spirituali musulmani. Nei colloqui si è parlato anche di Hezbollah e della neutralità del Libano. Intanto l'Unicef rilancia l'allarme sulla condizione dei bambini nel Paese: il 30% soffre la fame.


Beirut (AsiaNews) - Il Vaticano "vuole andare fino in fondo a livello diplomatico" per trovare una soluzione ai problemi del Libano. Lo ha dichiarato oggi il patriarca maronita Bechara Rai in alcune interviste televisive a emittenti libanese nella quali ha rilanciato alla classe politica libanese le conclusioni dell'incontro tenuto ieri a Roma con papa Francesco. Secondo il racconto del card. Rai durante la giornata, che ha visto insieme il pontefice con i capi delle comunità cristiane del Paese, si è parlato anche della questione di Hezbollah e della neutralità del Libano. Il presule sottolinea inoltre di aver chiesto al papa "di invitare i leader politici cristiani e i leader spirituali musulmani a incontrarsi in Vaticano" e personalmente si è detto pronto a "chiamarli uno per uno" per dare attuazione alle conclusioni raggiunte dall'incontro di Roma.

Quanto alle responsabilità sulla situazione che vede da mesi un Paese in ginocchio per la crisi economica e paralizzato dalla mancanza di un accordo sul governo, il patriarca ha affermato che "tutti stanno violando la Costituzione, compreso il presidente della Repubblica. Ma non chiedo la sua caduta perché non è l'unico responsabile. Tutti lo sono".

Lo stesso presidente Michel Aoun ieri è intervenuto sull'incontro tenutosi in Vaticano con un tweet in cui ha scritto: “La nostra comune chiamata, come cristiani e musulmani, è quella di consolidare i valori del diritto, della giustizia, dell'equilibrio e del rispetto reciproco che rafforzano la nostra unità nazionale, affinché insieme possiamo restituire alla nostra patria il suo eccezionale messaggio di convivenza, all’interno dei propri confini e nel mondo”. Da parte sua anche l'ex premier sunnita Saad Hariri ha commentato: “Non sorprende che il Vaticano mantenga il Libano nel proprio cuore. La nostra speranza è che l’incontro abbia successo e che il nostro Paese goda della visita del papa come promesso”.

Al di là delle parole, resta però la crisi profonda in cui continua a sprofondare il Libano. A ricordare la gravità della situazione è giunto oggi un rapporto dell'Unicef sulle conseguenze per i bambini del tracollo dell'economia. Secondo un'indagine condotta sul campo dall'organizzazione, più del 30% dei minori nell'ultimo mese avrebbero sofferto la fame, mentre il 77% delle famiglie dichiara di non poter comprare cibo a sufficienza. La situazione è grave soprattutto tra i circa 1,5 milioni di profughi siriani che tuttora vivono nel Paese, e formano circa il 12% della popolazione. Sempre secondo l'indagine Unicef, il 15% delle famiglie libanesi avrebbe smesso di mandare a scuola i propri figli per avviarli al lavoro, in modo da poter guadagnare qualcosa per il sostentamento della famiglia.