Beirut, crisi ‘disastrosa’ dei medicinali: scorte esaurite a fine luglio

L’allarme lanciato dalle aziende importatrici. L’arrivo di farmaci nell’ultimo mese “quasi completamente fermati”. Finiti centinaia di medicinali essenziali o salvavita, mentre la Banca centrale è a corto di liquidità per il blocco dei fondi. Una delle peggiori crisi finanziarie dal 1850.


Beirut (AsiaNews/Agenzie) - Il Libano rischia una “disastrosa” mancanza di medicine in un quadro di crisi economica nazionale sempre più profonda. A lanciare l’allarme è l’associazione che rappresenta le aziende importatrici del Paese, secondo cui gli arrivi nell’ultimo mese “si sono quasi completamente fermati”. Sono esauriti centinaia di farmaci essenziali o salvavita e potranno verificarsi ulteriori carenze se la Banca centrale resterà a corto di liquidità per il blocco dei fondi. 

I libanesi stanno lottando per sopravvivere fra mancanza di medicine, penuria cronica di carburante ed energia elettrica; il governo ad interim, nel mirino della popolazione scesa a più riprese in piazza a protestare, pare inoltre intenzionato a cancellare i sussidi che non è più in grado di garantire. La stessa Banca mondiale parla di una delle peggiori crisi finanziarie dal 1850.

A inizio giugno anche il presidente di Caritas Libano, p. Michel Abboud, aveva denunciato la situazione di profonda difficoltà attraversata dal Paese, che è tanto economica, quanto politica e sociale e finisce per colpire anche un settore strategico come quello della sanità. “Alla base - aveva detto il sacerdote - vi è l’aumento del dollaro. Un tempo un salario valeva 1.000 dollari, oggi ne vale cento; il costo della vita è cresciuto in tutti gli ambiti”. 

La moneta locale ha perso oltre il 90% del suo valore al mercato nero e la crisi della valuta finisce per colpire anche i medicinali. L’associazione che riunisce gli importatori afferma che la Banca centrale non ha stanziato i dollari promessi per pagare i fornitori all’estero, i quali hanno accumulato debiti per oltre 600 milioni di dollari da dicembre. Per questo essi non possono ottenere nuove linee di credito. “Le scorte di centinaia di farmaci per il trattamento di malattie croniche e incurabili - affermano - sono esaurite”. E altre centinaia, aggiungono, “finiranno entro luglio se non possiamo riprendere le importazioni il prima possibile”.

Il capo del sindacato Karim Gebara ha detto all’Afp che alcuni farmaci per curare malattie cardiache, ipertensione, diabete, cancro e sclerosi multipla sono già fuori catalogo. Se non si farà nulla, avverte, “la situazione sarà catastrofica entro la fine di luglio” privando “centinaia di migliaia di pazienti” dei loro medicinali.

Da tempo il Paese dei cedri è attraversato da una crisi gravissima che coinvolge la politica, economia e le stesse istituzioni. Nell’ottobre scorso il presidente Michel Aoun ha affidato il mandato al già tre volte primo ministro Saad Hariri per formare un nuovo esecutivo, finora senza successo per le divisioni interne. Una situazione precaria, cui il Covid-19 e la doppia esplosione al porto di Beirut hanno dato il colpo di grazia, spingendo il 55% della popolazione sotto la soglia di povertà in una emergenza continua. L’estrema precarietà ha innescato un aumento dei suicidi e una corsa all’acquisto dei pochi farmaci rimasti, con gli ospedali in condizioni catastrofiche.