Anniversario dell’atomica, sindaco Hiroshima: bandire le armi nucleari

Il Paese commemora il 76° anniversario del lancio della bomba atomica sulla città. Kazumi Matsui: I giovani incoraggino gli Stati nucleari a cambiare le loro politiche. Il premier Suga parla di soluzioni “realistiche”. Le preghiere dei fedeli cattolici. Gli ordini nucleari nel mondo sono più di 13mila.


Hiroshima (AsiaNews) – I giapponesi commemorano oggi il 76° anniversario del lancio della bomba atomica su Hiroshima. il sindaco della città, Kazumi Matsui, ha chiesto di nuovo alle potenze mondiali di abbandonare la deterrenza nucleare per costruire un dialogo basato sulla fiducia reciproca. Il primo cittadino ha rinnovato anche il suo appello al governo nipponico perché aderisca al Trattato Onu sulla proibizione della armi nucleari, entrato in vigore il 22 gennaio scorso. Nell’onorare gli Hibakusha (i sopravvissuti al bombardamento), Matsui ha invitato poi i giovani a incoraggiare gli Stati nucleari a cambiare le loro politiche.

Hiroshima è stata il bersaglio del primo attacco nucleare della storia, avvenuto per mano del bombardiere Usa Enola Gay alle ore 8.15 del 6 agosto 1945. Tre giorni dopo, l’aviazione di Washington ha lanciato un secondo ordigno su Nagasaki. Il duplice raid ha spinto l’imperatore Hiro Hito a dichiarare la resa, che ha portato alla fine della Seconda guerra mondiale.

Dopo lo sgancio della bomba nucleare, almeno 140mila persone sono morte all’istante. In migliaia hanno perso la vita in seguito, per effetto delle bruciature e delle radiazioni. Le vittime per l’esplosione a Nagasaki sono state invece 74mila. Dei 12mila fedeli cattolici che vivevano nella città, 8.500 sono morte per il bombardamento.

Prima dello scoppio della pandemia, alla cerimonia partecipavano fino a 50mila persone. A causa delle norme sanitarie per il Covid-19, oggi erano presenti solo 800 persone. Tra loro anche i rappresentanti di 83 Paesi, compresi quelli dell’Unione europea.

La risposta del governo nipponico alle richieste del sindaco Matsui rimane tiepida. Alla commemorazione, il premier Yoshihide Suga ha sottolineato la necessità di “perseverare con iniziative realistiche” per il disarmo nucleare. Tutto ciò tenendo conto del difficile quadro di sicurezza internazionale e l’ampliarsi delle differenze di vedute tra le nazioni sulla proliferazione atomica.

Come ogni anno la Chiesa cattolica del Giappone ha esortato i fedeli a vivere questa ricorrenza dedicando 10 giorni alla preghiera per la pace. Per l'occasione, l'arcivescovo di Nagasaki, mons. Mitsuaki Takami, presidente della Conferenza episcopale del Giappone, ha ribadito la richiesta al governo nipponico di ratificare il Trattato per la messa al bando delle armi nucleari.

Nei fatti la mancata adesione di tutti i Paesi dotati di armamenti nucleari rende inutile il documento delle Nazioni Unite. Secondo dati dello Stockholm International Peace Research Institute, negli ultimi 12 mesi il totale delle armi nucleari è sceso da 13.400 a 13.080. Il calo nel numero dei dispositivi nucleari è dovuto alle riduzioni effettuate da Stati Uniti e Russia in base al trattato New Start, rinnovato per cinque anni in febbraio.

La Cina ha però 350 testate nucleari nel proprio arsenale, 30 in più dello scorso anno. Hanno accresciuto i propri depositi atomici anche Gran Bretagna (+10 ordigni), India (+6), Pakistan (+5) e Corea del Nord. La dotazione di Pyongyang si stima si aggiri tra le 40 e le 50 testate, rispetto alle 30-40 del 2020.