Pechino, 15 mesi di prigione a due attivisti: hanno pubblicato articoli vietati sul Covid

Per i giudici, Chen Mei e Cai Wei sono colpevoli di aver creato “disordini”. Avendo già scontato la pena, potrebbero essere scarcerati domani. Avevano postato sul web l’intervista ad Ai Fen, la dottoressa che aveva lanciato l’allarme sul coronavirus.


Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Corte distrettuale di Chaoyang ha condannato ieri a 15 mesi di prigione due attivisti  che hanno postato sul web 100 articoli sulla crisi del coronavirus censurati dal governo. Ne ha dato notizia il fratello di uno degli imputati.

Per i giudici, Chen Mei e Cai Wei sono colpevoli di aver creato “disordini”, un’accusa usata spesso dalla polizia per reprimere il dissenso. I due condannati sono rimasti in custodia cautelare a Pechino dal 19 aprile dello scorso anno, quando è avvenuto il loro arresto. Avendo già scontato la pena, Chen e Cai potrebbero essere scarcerati domani.

I due attivisti avevano pubblicato su GitHub – il più grande sito web open-source al mondo – l’intervista rilasciata da Ai Fen al magazine People il 10 marzo 2020. Ai è la dottoressa di Wuhan che per prima aveva lanciato l’allarme sul Covid-19.

Per due anni, attraverso il loro progetto collettivo “Terminus 2049”, Chen e Cai hanno fatto circolare materiale vietato dalle autorità, compresi articoli sul movimento “MeToo” contro la violenza e la discriminazione di genere, e sullo sfratto di un gran numero di lavoratori migranti da alcune abitazioni di Pechino.