Gujarat, Alta Corte difende coppie miste dalla campagna contro il 'love jihad'
di Nirmala Carvalho

Con un'ordinanza i giudici hanno stabilito che gli emendamenti alla legge anti-conversioni introdotti dai nazionalisti indù non sono applicabili laddove non c'è frode o costrizione nel matrimonio. Questione aperta anche in altri Stati indiani. P. Babu Joseph: “Da questa sentenza un buon servizio alla giustizia”.


Ahmedabad (AsiaNews) - L'Alta Corte del Gujarat interviene sulla controversa locale legge anti-conversioni per proteggere i matrimoni misti “non avvenuti con la forza, la frode o false promesse”. Con un'ordinanza provvisoria emessa il 19 agosto la Corte ha stabilito che gli emendamenti approvati qualche settimana fa al Gujarat Freedom of Religion Act con l'intenzione di contrastare il cosiddetto “love jihad” non possono essere applicati se non c'è dimostrazione di coercizione.

Accogliendo un ricorso presentato dalla Jamiat Ulema-e-Hind (il “consiglio dei sapienti musulmani”) i giudici Vikram Nath e Biren Vaishnav hanno stabilito che la legge anticonversione non può essere applicata “semplicemente perché viene celebrato un matrimonio tra due persone di religione diversa senza l'uso della forza, frode o false promesse”. Il ricorso denunciava la violazione dell'articolo 25 della Costituzione indiana che garantisce il diritto di professare e testimoniare la propria religione; inoltre contestava la formulazione vaga dell'emendamento che elencando le modalità di “conversione forzata” parla ad esempio di “false promesse di una benedizione divina”.

La questione dei matrimoni misti è sempre più un tema caldo nell'India dei nazionalisti indù. In luglio a Nashik nel Maharashtra una cerimonia tra una donna indu e un uomo musulmano era stata annullata dopo che la sola diffusione degli inviti aveva sollevato un'ondata di proteste sui social media.

Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (GCIC) commenta ad AsiaNews: “Accogliamo con favore questa ordinanza dell'Alta Corte del Gujarat. Anche l'Uttar Pradesh e il Madhya Pradesh, anch'essi governati dal Bjp (il partito nazionalista indù ndr) hanno introdotto ordinanze che criminalizzano i matrimoni misti sotto l'etichetta del 'love jihad'. La nuova legge è già stata utilizzata per minacciare uomini musulmani e coppie miste. Nel dicembre 2020 in Uttar Pradesh la polizia ha persino interrotto uno di questi matrimoni nonostante la coppia avesse il consenso di entrambe le famiglie. Hanno sostenuto che ci volesse il permesso del magistrato per queste nozze”.

Il verbita padre Babu Joseph, già portavoce della conferenza episcopale, aggiunge ad AsiaNews: “Questo intervento dell'Alta Corte del Gujarat rende un buon servizio alla causa della giustizia sociale. In un Paese come l'India mettere l'una contro l'altra genti di religioni diverse che hanno vissuto in armonia per millenni, non è nient'altro che anarchia sociale. Ciò di cui questo Paese ha bisogno è coesione e il governo deve favorirla. Scegliere il proprio partner è un diritto fondamentale della persona e lo Stato non deve intervenire in nessun modo se non quando vi è una reale violazione delle leggi esistenti”.