Pakistan, anche un bambino tra le vittime delle proteste per le vignette
di Qaiser Felix

È rimasto ucciso a Peshawar. Un altro morto a Lahore, dove gli studenti universitari continuano violente dimostrazioni. Nella North West Frontier Province chiusi per una settimana gli istituti scolastici.


Lahore (AsiaNews) – Ancora morti in Pakistan nel terzo giorno di violenze in seguito alla protesta contro le vignette "blasfeme". Le vittime di oggi sono tre. Un uomo e un bambino di 8 anni, sono rimasti uccisi a Peshawar, North West Frontier Province (Nwfp), al confine con l'Afghanistan. Decine i feriti ricoverati nei due ospedali cittadini. Un altro uomo è morto, invece, a Lahore, dove le dimostrazioni sono promosse dagli studenti universitari.

La polizia comunica che per le strade di Peshawar sono affluite oltre 70 mila persone. I manifestanti, armati di pietre e bastoni, hanno bruciato due cinema, un supermercato e un benzinaio. Numerosi gli edifici danneggiati. "Sono divisi in gruppi, e prendono d'assalto qualunque cosa trovino sul loro cammino", ha spiegato un testimone oculare. Poliziotti armati di bastoni sono intervenuti anche con i lacrimogeni per disperdere i dimostranti che urlavano slogan contro la Danimarca e gli Stati Uniti.

Secondo quanto ha spiegato il capo della polizia a Peshawar, Riffat Pasha, una delle due vittime è stata uccisa da un palo della luce, che gli è caduto addosso. Il bambino, invece, è stato ucciso in una zona diversa della città, mentre un gruppo di manifestanti dava alle fiamme dei negozi. Il ministro dell'educazione ha comunicato che utti gli istituti scolastici della Nwfp rimarranno chiusi per una settimana.

Violente proteste, animate da studenti universitari, continuano anche nella provincia del Punjab. Oggi a Lahore è morta un'altra persona, portando a tre le vittime degli ultimi due giorni di violenza nella città.  Da ieri le autorità locali hanno proibito ogni manifestazione. Un comunicato ufficiale specifica che raduni pubblici possono ancora tenersi, ma solo in alcuni luoghi e dietro permesso dell'amministrazione cittadina.

Il governatore del Punjab, Chaudhry Pervaiz Elahi, ha spiegato che "da musulmani, condividiamo il dispiacere provocato dalle caricature e non fermeremo le proteste, ma solo le violenze". Egli ha poi annunciato che oggi si terrà un incontro tra autorità politiche e religiosi musulmani per discutere la situazione. In conferenza stampa Elahi ha infine assicurato che "nel giro di pochi giorni si farà una stima dei danni alle proprietà e si provvederà ai risarcimenti".

Ieri a Islamabad hanno dimostrato anche membri del parlamento. Alla marcia erano presenti molte donne e deputati della minoranza parlamentare.

Nelle ultime 48 ore numerosi i manifestanti anche a Faisalbad, Gujranwal e Hyderabad.