Siro-malabaresi, scontro sulla liturgia 'unica'
di Nirmala Carvalho

Alcuni sacerdoti e fedeli contrari all’imposizione di una sola forma nelle celebrazioni. La lettera di papa. P. Paul Thelakat attacca la “dittatura dell’uniformità” e ricorda che il cattolicesimo - come spiega Francesco - predilige “l’unità nella diversità”. 


Delhi (AsiaNews) - Nella Chiesa siro-malabarese, che conclude oggi i nove giorni di Sinodo (in remoto causa Covid-19) iniziato il 16 agosto scorso, si sta consumando un nuovo, durissimo scontro attorno alla liturgia. Una frattura che si trascina da oltre 20 anni e ha coinvolto, suo malgrado, lo stesso papa Francesco il quale aveva inviato in luglio una lettera alla Chiesa siro-malabarese. Se è pur vero, sottolinea ad AsiaNews p. Paul Thelakat, ex portavoce del sinodo e direttore dell’influente rivista “Luce della verità”, che il pontefice ha auspicato “un codice univoco di celebrazione” dell’Holy Qurbana, al tempo stesso “egli è aspramente contro l’uniformità”. 

La Chiesa siro-malabarese non sembra dunque in grado di lasciarsi alle spalle divisioni e conflitti sulle modalità di celebrazione della messa: una nutrita schiera di sacerdoti, sostenuti dai fedeli, chiedono con forza ai vescovi di non introdurre cambiamenti forzando la mano rispetto a decisioni che richiedono maggiore collegialità. Alcuni preti preferiscono celebrare rivolti ai fedeli, altri guardando l’altare, altri ancora alternando i due modi. 

Secondo diversi membri della comunità, in una fase di profonde difficoltà a livello pastorale, acuite dalla pandemia di Covid-19, ogni cambiamento rischia di avere effetti disastrosi. E in una inusuale ostentazione di unità, 466 sacerdote dell’arcidiocesi di Ernakulam-Angamaly - seconda per importanza dell’India - si rivolgono al Vaticano chiedendo di fermare i vescovi che vogliono imporre una visione uniforme della liturgia, arrivando a criticare anche il leader della chiesa siro-malabarese, il card. George Alencherry. 

Per p. Paul Thelakat nel corso dell’ultimo secolo è emerso in modo evidente come “la dittatura dell’uniformità” è stato la causa “dell’uccisione di molte persone”. In realtà, il cattolicesimo è ben diverso dall’uniformità perché - come spiega il papa - predilige “l’unità nella diversità”. Egli ricorda inoltre che il pontefice “non ha scritto una lettera” intervenendo direttamente nella controversia, ma “si parla di lettera firmata” dal papa e il sinodo sino-malabarese “non ha chiesto al papa una lettera di questa natura”, così come “non ha chiesto una imposizione di uniformità”. Inoltre, avverte, lo stesso nunzio apostolico ha lanciato “un appello all’unità e contro le divisioni”. 

Al momento, prosegue l’ex portavoce, “non vi sono problemi nel modo in cui la messa viene celebrata. La varietà aggiunge colore e bellezza alla celebrazione” che viene fatta “in modi diversi” senza alcun problema di divisione. “La sinodalità - avverte - non è solo ascolto dei membri del Sinodo, ma parlare e ascoltare… un processo continuo. In questo trovo un fallimento della sinodalità stessa”. ”La celebrazione eucaristica - conclude p. Thelakat - è un linguaggio dialogico che deve mettere in conto necessità diverse. Quando parli non mostri la schiena alle persone. Il faccia a faccia è comunicazione e linguaggio. Si tratta di una prospettiva etica. L’etica e l’ospitalità sono, per farla semplice, una questione di faccia a faccia”.