Tangerang, rogo nel carcere di massima sicurezza: 41 detenuti morti, 81 feriti
di Mathias Hariyadi

Almeno otto persone hanno riportato ustioni gravi e sono in pericolo di vita. All’origine dell’incendio un corto circuito nella sezione C. Esperti puntano il dito contro il sovraffollamento delle carceri: servono pene alternative. Per il ministero indonesiano della Giustizia e dei diritti umani è un “disastro inaspettato”. 


Jakarta (AsiaNews) - È di almeno 41 morti e 81 feriti, alcuni dei quali in modo grave per le ustioni riportate, il bilancio tuttora provvisorio di un grave incendio divampato la notte scorsa nella prigione di massima sicurezza di Tangerang, cittadina della provincia di Banten. Il capo della polizia di Jakarta Fadil Imran conferma che “almeno otto detenuti hanno riportato ferite gravissime”, mentre per gli altri si parla di danni “moderati” e non sarebbero in pericolo di vita. Il portavoce delle Forze dell’ordine Yusri Yunus aggiunge che, dietro l’incidente, vi sarebbe un corto circuito all’impianto elettrico, il quale ha dato origine al devastane rogo (nella foto). 

Rika Aprianto, portavoce del ministero indonesiano della Giustizia e dei diritti umani, riferisce che l’incendio ha avuto origine nella sezione C del carcere all’1.50 del mattino (ora locale); le squadre di vigili del fuoco intervenute sono riuscite a estinguere le fiamme verso le 4 del mattino. Nella prigione, in passato più volte al centro di denunce per sovraffollamento, ospita al suo interno 2.072 detenuti, 122 dei quali nella sezione C teatro dell’incidente. 

Fra le vittime vi sarebbero anche due stranieri, un portoghese e un cittadino del Sud Africa. Le autorità hanno allestito un centro di crisi nei pressi della casa circondariale, per venire incontro alle esigenze dei parenti e favorire l’identificazione delle vittime. Intanto monta la polemica sulle effettive capacità della struttura, da tempo segnalata per problemi di sovraffollamento come sottolinea l’Indonesian Institute for Criminal Justice Reform (Icjr). 

Secondo Maidina Rahmawati, ricercatrice Icjr, ad agosto il carcere di Tangerang accoglieva almeno 2.087 detenuti, numero ben superiore alla capacità massima di 600. “Questo è - scrive - il 245% in più delle effettive possibilità”. L’esperta punta il dito contro l’intero sistema giudiziario che usa la prigione come unica “soluzione” deterrente contro quanti violano la legge alimentando il sovraffollamento, mentre andrebbe estesa la pratica dell’affidamento in prova ai servizi sociali. 

Fra i reati che contribuiscono a saturare la popolazione carceraria vi sono il narcotraffico e quelli legati al consumo di sostanze stupefacenti, di qualsiasi natura. Di “disastro inaspettato” parla invece il ministro indonesiano della Giustizia e dei diritti umani Yasonna Laoly. “I miei pensieri e le mie preghiere - ha dichiarato in una nota ufficiale diffusa dal dicastero - vanno ai parenti dei detenuti che hanno perso la vita”.