Per i giudici - chiamati a esprimesi su una richiesta di interruzione di gravidanza alla 31esima settimana - “non c'è ragione per trattare un bambino non ancora nato in modo diverso da un bambino nato”. Il dottor Carvalho: "Posizione guidata da una logica umana, non religiosa".
Mumbai (AsiaNews) - L'Alta Corte del Kerala si è espressa nei giorni scorsi con un'importanza sentenza sull’annosa questione dell’interruzione di gravidanza in India. Il giudice P.B. Suresh Kumar ha infatti respinto una petizione per mezzo della quale veniva richiesta l'interruzione di una gravidanza alla 31esima settimana. La motivazione presentata dalla Corte è che “se le anomalie fetali diagnosticate non sono letali per il nascituro, e se non viene riscontrata alcun tipo di minaccia per la vita o per la salute della madre, il diritto a nascere del bambino deve prevalere sulla scelta personale della donna”. Il giudice ha inoltre aggiunto che “non c'è alcuna ragione per trattare un bambino non ancora nato in modo diverso da un bambino nato”.
Per la Corte, altro punto necessario per poter interrompere una gravidanza dopo la 24esima settimana è il rischio sostanziale che il bambino possa nascere con “gravi anomalie fisiche o mentali, tanto da risultare gravemente handicappato”. Ed è solo la commissione medica, valutando il rapporto diagnosticato, a poter stabilire se le circostanze sopracitate debbano portare all’interruzione della gravidanza oltre i termini previsti dalla legge.
Dalle recenti sentenze, emerge come l’Alta Corte cerchi di bilanciare i diritti della madre e del nascituro basandosi sul diritto fondamentale alla vita garantito al punto 21 della Costituzione indiana. Soddisfazione per questa decisione è stata espressa ad AsiaNews dal dottor Pascoal Carvalho, membro della Pontificia Accademia per la Vita.
“Papa Francesco - ha commentato - spiega che la totale opposizione della Chiesa cattolica all'aborto non è principalmente una posizione religiosa, ma umana. Ha anche aggiunto che le difficoltà pratiche, umane e spirituali sono innegabili, ma proprio per questo motivo sono urgenti e necessarie azioni pastorali più incisive per sostenere coloro che accolgono i bambini malati". Il dottor Carvalho, che è anche membro del Comitato per la Vita umana dell'arcidiocesi di Mumbai, ha ricordato come “nella nostra Chiesa locale abbiamo le case di Madre Teresa dove innumerevoli bambini con bisogni speciali sono accolti, amati e curati dal servizio disinteressato delle Missionarie della Carità”.