Suore indonesiane: stop alla discriminazione contro le bambine
di Mathias Hariyadi

Organizzato un incontro virtuale in occasione della Giornata mondiale delle bambine. Tra i temi principali l'educazione digitale di giovani e non. I minori utenti internet attivi sono circa il 26% della popolazione indonesiana.


Jakarta (AsiaNews) - In occasione della Giornata mondiale delle bambine, che si celebra ogni anno l’11 ottobre, l’Associazione indonesiana delle suore religiose (Ibsi) ha tenuto un webinar intitolato “Generazione digitale per la nostra generazione”. La discussione virtuale è stata facilitata dall’unità protezione e cura dell’Ibsi, localmente nota come Talithakum Indonesia. Durante l'incontro, al quale hanno partecipato religiosi e laici che operano in campo educativo, s. Kristina Fransiska e s. Levita hanno dialogato con due esperte di protezione infantile e di tratta di esseri umani.

S. Catharina Sri Juwarni, a capo di Talithakum Indonesia, ha detto che i problemi di discriminazione nei confronti delle bambine sono diventati una questione di portata nazionale e hanno costretto le congregazioni religiose a munirsi di una figura che si occupi di monitorare il problema a livello locale: “Solo se saremo unite potremo sradicare questo problema nella nostra società”, ha detto la religiosa.

Ciput Eka Purwianti, del ministero per le Pari opportunità e la Protezione dei bambini, ha fatto un intervento sull’importanza dell’educazione digitale e di una sana informazione. Secondo un rapporto del ministero della Comunicazione e dell’Informazione, in Indonesia gli utenti internet attivi sono il 73,7% della popolazione, cioè 196,7 milioni su 270,2 milioni di persone.I giovani (dai 5 ai18 anni) sono il 30% (79,5 milioni) della popolazione indonesiana. Di questi, gli utenti attivi in internet sono il 25,6%.

I dati mostrano come la protezione dei più piccoli passi per i social media e si presenti spesso come un problema educativo: "La questione diventa ancora più seria se i genitori intrattengono i figli con cellulari e tablet. A volte sono i genitori a essere dipendenti dai social media”, ha spiegato Purwianti, aggiungendo che il ruolo dei social media nell'informazione dovrebbe essere rivalutato: “Spesso si dà per valida ogni cosa arriva dai social, ma bisognerebbe fare controlli e verifiche con i media tradizionali per non rischiare di diffondere bufale e fake news”. I giovani internauti sono esposti a cyberbullismo, autolesionismo e suicidio, pornografia online e dipendenza dai giochi, ma “come educatori e insegnanti, abbiamo una grave carenza di conoscenze informatiche e sull’utilizzo dei social”, ha sottolineato l’esperta.