Prayut vuole riaprire al turismo ma le autorità sanitarie sono perplesse
di Steve Suwannarat

Il governo di Bangkok punta a togliere il 1 novembre tutti i limiti agli ingressi degli stranieri e alla circolazione interna. Ma la vaccinazione anti-Covid resta lontana dall'obiettivo di una copertura del 70% della popolazione, richiesta come requisito dalla comunità scientifica. Le "aree sterili" a Phuket hanno portato appena qualche migliaio di turisti senza dare sollievo all'economia.


Bangkok (AsiaNews) - La prospettiva di una prossima riapertura della Thailandia al turismo straniero e a una libera circolazione interna, con la piena ripresa delle attività economiche, sta suscitando forti perplessità nel Paese. Da un lato il governo guidato dall’ex generale Prayut Chan-ocha punta al 1 novembre per mettere fine a un'emergenza che ha provocato estesa disoccupazione e impoverimento, con il crollo di interi settori economici (turismo, intrattenimento e cultura i più colpiti, ma con pesanti conseguenze anche in diversi comparti manifatturieri). Inadeguati sono stati i sostegni di fronte alle necessità e la pandemia è stata affrontata anche sul piano sanitario con provvedimenti spesso contraddittori e ambigui. Il Paese registra tuttora circa 10mila nuovi casi al giorno mentre solo poco più del 50% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino.

Dagli ambienti scientifici e dalle opposizioni arrivano i dubbi maggiori riguardo una riapertura giudicata troppo precoce: viene lamentata l'incapacità dell'autorità ad affrontare la situazione e la prevalenza degli interessi delle élite e dei militari anche in questa situazione di emergenza.

Di questo stato d'animo si è fatto portavoce il vice-direttore della Commissione per la salute pubblica, Chalermchai Boonyaleephan. In un post ha osservato che se ogni Paese deve cercare un punto di equilibrio tra economia e salute pubblica, uno dei criteri è assicurare che la vaccinazione copra almeno il 70 per cento della popolazione. “Per arrivare a questo obiettivo occorre accelerare la somministrazione per assicurarci che entro il 30 novembre questa quota di thailandesi siano vaccinati. Serviranno poi altri 14 giorni per essere certi dell’immunità”. Quindi, ha aggiunto il dottor Boonyaleephan, “la Thailandia potrebbe essere pronta per la riapertura non prima del 15 dicembre”.

La volontà governativa, più che su dati scientifici, si fonda sulle ragioni del consenso e della stabilità. Ma le aree delle isole di Phuket, Samui, Koh Tao dove già si è tentato di incentivare un ritorno di visitatori dall’estero creando delle “aree sterili” (sandbox) hanno mostrato che una strategia del genere rischia di mancare comunque gli obiettivi e rilanciare il contagio. In queste località, infatti, finora sono giunte solo alcune migliaia di stranieri; il turismo di massa è rimasto comunque lontano e il sollievo portato alle economie locali è stato molto limitato.