Israele concede agli abitanti di Gaza 3mila nuovi permessi ‘commerciali’

A beneficiarne saranno imprenditori e lavoratori della Striscia che hanno completato il ciclo vaccinale o sono guariti dal Covid-19. Anche lo Shin Bet, in passato ostile, ha approvato la decisione del governo israeliano. Per gli esperti non vi sono motivazioni umanitarie, ma solo di opportunismo, per “guadagnare” tempo in vista del prossimo scontro militare con Hamas.


Gaza (AsiaNews/Agenzie) - Il governo israeliano ha annunciato ieri la concessioni di altri 3mila permessi in più per gli abitanti di Gaza, che potranno così entrare per motivi “commerciali” all’interno dello Stato ebraico. Una decisione, spiegano alcune fonti, volta a migliorare la “situazione economica” della Striscia, dopo aver “allentato” nelle scorse settimane il blocco. 

Il Cogat (l’Ente di coordinamento delle attività di governo nei Territori palestinesi) ha affermato che il numero di permessi ai commercianti e imprenditori di Gaza passerà dagli attuali 7mila a 10mila. “I permessi - precisano i membri dell’organismo israeliano legato al ministero della Difesa - saranno rilasciati solo a quanti hanno completato il ciclo vaccinale o sono guariti dal Covid-19”.

Il primo ministro israeliano Naftali Bennett è contrario alla nascita di uno Stato palestinese, ma ha poi aggiunto che il suo governo è impegnato a migliorare i mezzi di sussistenza e le condizioni di vita a Gaza e in Cisgiordania. In questo senso, i permessi per commerciare e lavorare in Israele rappresentano un’ancora di salvezza per i 2,1 milioni di residenti a Gaza, sottoposti dal 2007 a un durissimo blocco economico e commerciale, anno in cui gli estremisti islamici di Hamas hanno preso il controllo della Striscia.

A maggio il dato relativo alla disoccupazione nell’enclave palestinese era del 43%, poi peggiorata in seguito alla guerra-lampo fra Israele e Hamas (insieme a Jihad islamica) nella Striscia che ha causato centinaia di vittime e inasprito ancor più le condizioni di vita. Jessica Montell, direttrice esecutiva dell’organizzazione israeliana per i diritti Hamoked, sottolinea che i permessi sono “enormemente significativi”, ma vanno a beneficio solo di un gruppo ristretto di persone. “Il problema più ampio - aggiunge l’attivista - è la chiusura della Striscia da parte di Israele”.

In queste ore anche i vertici dello Shin Bet, l’agenzia di intelligence interna di Israele, che in passato aveva riserve sulla concessione di ampi permessi, ha accettato la decisione adottata in coordinamento con l’Egitto. Analisti ed esperti sottolineano che lo Stato ebraico ha rilasciato i nuovi permessi non per “motivi umanitari”, ma per “guadagnare tempo” e “posticipare il più possibile” il prossimo confronto militare con Hamas.