La prima sfida di Gao: il governo fermi la persecuzione contro il Falun Gong

Nella sua prima lettera aperta a Hu Jintao e Wen Jiabao, Gao Zhisheng, avvocato ed attivista per i diritti umani, denunciava la brutale repressione nei confronti del Falun Gong e ne chiede l'immediata sospensione.


Pechino (AsiaNews) - "Basandomi sulla fede nei valori universali e sul rispetto per la legge, chiedo di fermare immediatamente la persecuzione di coloro che credono nella libertà, per migliorare i rapporti con i cittadini cinesi e attuare le politiche di 'governo della legge' e 'governo della costituzione'".

Con queste parole, scritte il 18 ottobre scorso, Gao Zhisheng sferra il primo attacco frontale ad Hu Jintao e a Wen Jiabao, presidente e primo ministro cinesi, ed alla loro politica di persecuzione nei confronti dei membri del Falun Gong, una pratica di meditazione ed esercizi fisici ispirati alle tradizioni buddista e taoista, che usa ginnastica e respirazione come mezzi per la ricerca della salute, dell'immortalità, della pace e dell'armonia.

Il 25 aprile del 1999 oltre 10 mila adepti del movimento manifestarono pacificamente a Pechino contro la violazione dei loro diritti. Nel luglio 1999 è cominciata – su suggerimento dell'allora presidente Jiang Zemin - una feroce persecuzione contro il gruppo, che allora aveva in Cina circa 100 milioni di seguaci, bollato come "culto malvagio" e "minaccia per la stabilità sociale e politica". Da allora non sono mai cessate le accuse, l'imprigionamento e la tortura (oltre 38.000 casi documentati)  e perfino assassini.

Gao ha registrato tutto questo e – nella veste di difensore ma anche di testimone oculare – scrive nella sua prima lettera aperta alla leadership cosa ha visto e sentito. Riportiamo di seguito le testimonianze più toccanti.

15 ottobre 2005, incontro con Xu Chengben a Wendeng, nello Shandong

"Il corpo di mia moglie, He Xiuling, è stato nella cella frigorifera della polizia per quasi due anni, aspettando di essere sepolta. L'hanno torturata per molto tempo e alla fine è morta. È ridicolo che non siano stati in grado di chiudere questo caso dopo due anni. Sono riuscito a darle un rapido sguardo prima che fosse torturata a morte. Quando l'ho vista, era fuori di sè. Era legata a un letto e ammanettata, nuda nella parte inferiore del corpo. Il mio cuore si è quasi spezzato vedendo la mia amata torturata con una tale crudeltà. Sono stati così inumani da farmi uscire dalla stanza dopo soli pochi minuti. Aveva 40 anni. Questo è ciò che ho visto quando la polizia mi ha detto di guardarla.

Mia moglie è stata arrestata cinque volte prima di morire. Una volta è stata imprigionata a Jinzhou, provincia di Liaoning, per tre mesi. Dopo essere stata arrestata per aver fatto appello a Pechino, è stata confinata in un bagno di un hotel del distretto di Zhifou. È stato affittato con un contratto a lungo termine solo come luogo dove trattenere i praticanti del Falun Gong. Il bagno era meno di tre metri quadrati, almeno sedici persone erano rinchiuse là. Molti di loro potevano respirare a fatica. In seguito alle mie pressanti richieste, il corpo di mia moglie è stato sottoposto ad autopsia dopo la sua morte, ma si sono rifiutati di darmi il rapporto. Ogni volta che lo ho richiesto, mi hanno detto semplicemente, 'È morta a causa della pratica del Falun Gong.'"

La storia di Lin Jixiao, circa 40 anni, villaggio Dachuang, nella municipalità Songcun di Wendeng

Arrestata il 28 settembre, è stata mandata al Centro di detenzione delle municipalità. Là è scesa in sciopero della fame. Quando la famiglia ha chiesto di vederla, gli è stato risposto che era stata trasferita al Campo di lavori forzati Wangcun. Ma secondo coloro che erano appena stati rilasciati dal Centro, era ancora là dentro, in punto di morte.

"Quando siamo arrivati al Centro per il lavaggio del cervello di Wangcun – dice il marito – ci hanno detto che non era più là. Allora siamo andati all'Ufficio 610, ma mia moglie non era neanche là: mi hanno detto che era stata trasferita a Qingdao. Ancora ora non sappiamo dove sia né se è viva o morta".

Yang Kemeng, studente del secondo anno al Dipartimento di Ingegneria automobilistica del distaccamento di Weihai dell'Istituto di Tecnologia di Harbin

Ottimo studente, apprezzato dai colleghi e dal preside. Annuncia pubblicamente su un sito internet le sue dimissioni  dalla Lega della gioventù comunista e la scelta attira l'attenzione di un ufficiale della Commissione centrale permanente del Partito comunista.

Dal momento che nella sua dichiarazione non specifica il nome dell'Istituto, l'Ufficio 610 lancia una campagna nazionale di filtraggio di tutti i siti web degli istituti e delle università. Viene identificato dal personale di Weihai nel mese di maggio. Quando gli chiedono se praticava il Falun Gong e se di fatto si era dimesso dalla Lega, risponde: "Posso andarmene da qualunque cosa io voglia". È stato arrestato il 29 agosto, ma i suoi genitori non lo hanno saputo fino a quando non hanno fatto una telefonata al dormitorio, a cui nessuno ha risposto.

Il 7 settembre i suoi genitori, Yang Punggang e Chang Lijun, e una coppia di amici - formata da Wang Shengli e dalla moglie, residenti nella città di Jining - sono stati arrestati. Nessuno sa, fino ad oggi, dove siano.

L'ultima testimonianza riguarda "le torture inumane sperimentate dalla praticante del Falun Gong He Xiuling prima della sua morte", che – scrive Gao – "rimarranno per sempre impresse nella mente di chi le ha viste o udite".

La donna è stata rapita, incarcerata e torturata, lontana dalla sua famiglia a cui la polizia ha negato ogni visita ed ogni notizia. Dopo la sua morte, la famiglia viene convocata nella camera ardente dell'obitorio del riconoscimento. I familiari notano delle lacrime che le scendono dagli occhi e  urlano al dottore di tentare un intervento di emergenza. Il medico rimane fermo, come se non avesse sentito nulla: la sua indifferenza "getta i familiari nella disperazione".

Con l'aiuto di un uomo del loro villaggio, che per caso conosceva un altro dottore, riescono a farle fare una visita medica: il risultato degli esami mostra che il cuore di He Xiuling batte ancora. Invece di soccorrere il paziente - come qualunque medico farebbe in casi simili - la reazione immediata del dottore è stata quella di fare a pezzi il tracciato dell'elettrocardiogramma per poi scappare in fretta mormorando "Non ho visto niente. Non so niente." He Xiuling è morta, con i suoi familiari inermi attorno a lei, in lacrime.