Offensiva diplomatica di Taipei offusca il tour europeo dell’inviato cinese Wang Yi

Il ministro taiwanese degli Esteri è a Bruxelles; ha già visitato Slovacchia e Repubblica Ceca e andrà anche in Lituania. Al vertice Ipac di Roma ha invitato la Ue a sottoscrivere un accordo sugli investimenti con il suo Paese. L’attivismo internazionale di Taiwan inizia a fare breccia nelle cancellerie del Vecchio continente.


Bruxelles (AsiaNews) – Con un’efficace offensiva diplomatica, Taiwan è riuscita a mettere in ombra il tour europeo del ministro cinese degli Esteri Wang Yi. Il capo della diplomazia taiwanese Joseph Wu è da giorni in Europa; ha visitato Slovacchia, Repubblica Ceca e si trova a Bruxelles per incontri con personalità e parlamentari Ue.

Per Wu è prevista un’ulteriore tappa in Lituania: Vilnius è sotto attacco di Pechino per aver intensificato la cooperazione con Taipei. La Cina comunista considera l’isola una provincia “ribelle” e non ha escluso di provare a riunificarla con la forza.

Wang è arrivato il 27 ottobre in Grecia e ha proseguito la sua visita europea in Serbia. Si fermerà anche in Albania e Italia. La ribalta l’ha guadagnata però il suo omologo taiwanese. Collegato in videoconferenza da Bruxelles, ieri Wu ha partecipato al vertice di Roma dell’Alleanza inter-parlamentare sulla Cina (Ipac), nella quale militano politici di diversi Paesi, molti dei quali sanzionati da Pechino.

Durante l’incontro dell’Ipac, l’inviato di Taipei ha chiesto di nuovo all’Unione europea di sottoscrivere un accordo bilaterale sugli investimenti con il proprio Paese. La Ue è il primo investitore estero a Taiwan, e discussioni su un patto commerciale di ampia portata sono iniziate nel 2015. Osservatori taiwanesi e cinesi hanno fatto notare che la presenza di Wu a Bruxelles potrebbe imprimere un’accelerazione ai negoziati, ancor di più dopo che il Parlamento europeo ha congelato la ratifica di un’intesa dello stesso tipo con la Cina.

Secondo la maggior parte degli analisti, Commissione e Consiglio Ue – gli organi decisionali dell’Unione – sono però restii a stipulare un grande accordo commerciale con Taiwan: temono di compromettere i rapporti con la Cina. È più probabile che la Ue si concentri sulla firma di intese settoriali con Taipei, in ambiti come microchip, intelligenza artificiale, energie rinnovabili e veicoli a guida autonoma.

L’attivismo diplomatico di Taipei inizia comunque a fare breccia nelle cancellerie del Vecchio continente. Il caso di piccoli Stati Ue come Lituania e Slovacchia è emblematico. Entrambi hanno dichiarato di voler continuare la collaborazione con Taiwan, malgrado le velate minacce cinesi di possibili rappresaglie. Peter Osusky, vice presidente della Commissione affari esteri del Parlamento slovacco, ha detto senza giri di parole ad AsiaNews che la Ue deve adottare sanzioni contro la Cina per la sua politica coercitiva nei confronti della Lituania. Egli ha anche sottolineato che il suo Paese dovrebbe abbandonare il gruppo (16+1), un forum economico che riunisce Pechino e 15 Stati dell’Europa centrale, orientale e meridionale, 11 dei quali appartenenti alla Ue. La Lituania ne è uscita di fatto nei mesi scorsi.