Tbilisi, elezioni: ballottaggi al Sogno Georgiano. Opposizioni in piazza
di Vladimir Rozanskij

Il partito filo-russo al potere ha ottenuto 19 sindaci su 20. Gli avversari del Movimento Nazionale denunciano brogli. L’ex presidente Saakašvili continua lo sciopero della fame in carcere: senza il suo rientro dall'esilio in Ucraina gli oppositori avrebbero preso anche meno voti.


Mosca (AsiaNews) – Il Sogno Georgiano ha vinto in modo netto anche il secondo turno delle elezioni amministrative in Georgia. Nei ballottaggi il partito al potere a Tbilisi ha ottenuto i sindaci di tutte le principali città del Paese, a partire dalla capitale. Gli oppositori del Movimento Nazionale non riconoscono la validità dei risultati, e promettono di proseguire una “lotta senza compromessi”, chiamando la popolazione a scendere in piazza.

Il 30 ottobre i candidati governativi hanno prevalso in 19 città su 20, dopo un turno elettorale relativamente tranquillo. Il candidato di opposizione a Tbilisi, Nico Melia, ha ricevuto un colpo al capo mentre si recava al seggio, ma non si sono verificati altri incidenti significativi. Lo stesso Melia è stato sconfitto dal sindaco uscente, l’ex calciatore del Milan Kakha Kaladze, che ha ottenuto il 55,6% dei voti. Il Sogno Georgiano ha vinto nelle grandi città di Rustavi, Kutaisi, Poti e Batumi, perdendo solo la città di Tsalendžik, che conta meno di 25 mila abitanti, dove per pochi voti è stato eletto l’oppositore Georgij Kharčilava.

Per l’intransigenza delle opposizioni che non riconoscono i risultati, le elezioni di ottobre non hanno risolto la crisi politica in Georgia, con i deputati anti-governativi che continuano in tutti i modi a boicottare le attività del Parlamento. Il presidente del Sogno Georgiano, Iraklij Kobakhidze, ha respinto le accuse di brogli. Egli ha sottolineato che “le prossime elezioni saranno soltanto nel 2024, e non ci sarà spazio per i referendum chiesti dalle opposizioni; questo voto è stato di fatto un referendum, e abbiamo vinto con più del 55%”.

Nico Melia ha invitato i sostenitori del Movimento Nazionale a scendere in strada per protestare sul prospekt Rustaveli, la via principale di Tbilisi; diverse centinaia di persone manifestano a turno in questi giorni davanti al Parlamento. Al di là delle accuse di brogli e falsificazioni, il partito filo-occidentale non sembra però essere riuscito a mobilitare in massa la parte più scettica dell’elettorato, neanche dopo il clamoroso ritorno in patria dell’ex presidente Mikhail Saakašvili, seguito dal suo arresto e lo sciopero della fame in carcere. D’altra parte, come osservano molti commentatori, senza l’intervento di Saakašvili le opposizioni avrebbero ottenuto percentuali molto più basse.

Prima dei ballottaggi, il leader incarcerato aveva dichiarato che “dai voti dei nostri sostenitori dipende la mia vita”, dopo un mese intero di sciopero della fame. Il 27 ottobre si era recata in carcere a visitarlo la presidente del Comitato per i diritti dell’uomo dell’Ucraina, Ljudmila Denisova, essendo Saakašvili anche cittadino ucraino. L’inviata di Kiev ha dichiarato di averlo trovato con quasi 20 chili in meno e con problemi nel parlare.

Saakašvili si dichiara “prigioniero personale di Vladimir Putin, che manovra i dirigenti della Georgia con il suo socio in affari”. Egli allude all’imprenditore e fondatore del Sogno Georgiano, Bidzina Ivanišvili, proprietario di un consistente pacchetto di azioni della russa Gazprom.

L’ex presidente georgiano lamenta di non poter persino comunicare al telefono, e di non aver ricevuto un ordine di comparizione in tribunale. Egli pretende anche di essere trasferito in un ospedale specializzato, come consigliato dai medici che lo hanno visitato in carcere. Da parte governativa lo sciopero della fame del prigioniero non viene preso sul serio. Il primo ministro Iraklij Garibašvili parla di “una sceneggiata”, aggiungendo che “secondo tutte le leggi ogni cittadino ha il diritto al suicidio”. Kobakhidze sostiene che “tutta la prigione sta ridendo di lui, che si beve tre litri di limonata al giorno”.

Le autorità carcerarie si rifiutano di trasferire Saakašvili in una clinica pubblica, per timore di disordini. I sostenitori dell’ex presidente hanno riempito di scritte la zona intorno alla prigione di Rustava, vicino a Tbilisi, dove è detenuto insieme a “centinaia di delinquenti, molti dei quali condannati sotto la sua presidenza, che ora potrebbero tentare di vendicarsi”, come ha osservato l’avvocato di Saakašvili, Beka Basilaja.