Maharashtra, Redentoristi: progetti agricoli e istruzione per lo sviluppo dei tribali
di Nirmala Carvalho

Domani si celebrano la V Giornata dei poveri e la settimana Giornata mondiale della vocazione missionaria redentorista. Un progetto agricolo permette di sfruttare al meglio il suolo e le risorse agricole. A questo si affiancano programmi di scolarizzazione per famiglie povere e delle caste emarginate dalla società. 


Delhi (AsiaNews) - Un programma di sviluppo agricolo ribattezzato “Watershed Project” e una iniziativa per rafforzare il livello di istruzione fra i bambini delle popolazioni tribali, secondo l’ideale di missione che esorta ad andare nelle “periferie” geografiche, umane e sociali. Con questo spirito i Redentoristi in India hanno promosso due iniziative nelle aree rurali del Maharashtra, come sottolinea il superiore provinciale p. Ivel Mendanha. Domani, 14 novembre, i religiosi celebrano una doppia ricorrenza: la settima Giornata mondiale della vocazione missionaria dei Redentoristi, che coincide con la quinta Giornata dei poveri. 

Il “Watershed Project” nel villaggio di Panodi, zona rurale dello Stato indiano centro-occidentale, e il programma di educazione dei bambini tribali, sottolinea il sacerdote, sono espressione “dell’annuncio della Buona Novella” che va fatto con modalità “sempre nuove e varie”. I redentoristi della V provincia della Majella sono al servizio della popolazione migrante a Mumbai, nelle vicine aree di Vasai e Goa soprattutto delle zone tribali, cercando di offrire loro occasioni di sviluppo e crescita. 

I religiosi di Panodi, nella diocesi di Nashik, operano a favore di 10 villaggi all’interno dei quali vivono 200 famiglie cattoliche. Il progetto agricolo, che permette di sfruttare al meglio suolo e sistemi di irrigazione dalla cima dei monti alle vallate, preserva il terreno dall’erosione e favorisce l’assorbimento delle acque o il suo immagazzinamento nei pozzi. Esso fornisce inoltre una risposta ai problemi posti dalla siccità e dalle scarse precipitazioni, legate ai cambiamenti climatici. 

Fra gli obiettivi del progetto, sottolinea ad AsiaNews p. Ivel Mendanha, vi è quello di creare un reddito sostenibile attraverso la mobilitazione e la massimizzazione delle risorse; ridurre le migrazioni stagionali e garantire un ambiente sociale, familiare e culturale stabile; aumentare le risorse idriche disponibili; arricchire l’ambiente con la riforestazione; dare unità, pace, armonia. A Panodi sono stati impiantati 2mila alberi circa, altri 4mila a Varwandi, nel villaggio di Jahwar-Mokhada un migliaio. L’acqua, spiega, è “cruciale” e ad essa va associato un programma di “ringiovanimento delle terre aride”, cercando di “fermare l’erosione” prima della stagione delle piogge “catturando quante più gocce di acqua possiamo”. 

Un secondo progetto riguarda la scolarizzazione a favore delle fasce più povere e delle caste emarginate della società - comprese le popolazioni tribali - garantendo loro la possibilità di studiare attraverso lezioni speciali e corsi di formazione specifici. Si tratta di un contributo essenziale visto che le scuole governative non sono in grado, o non vogliono, soddisfare i loro bisogni educativi. Da qui la scelta dei Redentoristi di avviare “lezioni giornaliere per i bambini, sviluppandone qualità e capacità di apprendimento”, migliorandone al contempo “la loro personalità”. “Imparare l’inglese e parlarlo - conclude p. Mendanha - è una gioia per questi bambini tribali. Anche in questo caso, non si tratta di proselitismo ma di raggiungere esseri umani in difficoltà, periferia del mondo e abbandonati da tutti”.