Vicario d’Arabia: a Expo2020 un nuovo modello di società fraterna e solidale

In concomitanza con la Giornata internazionale della tolleranza, il padiglione Italia ospita il Global Interfaith Summit. Ministro degli Emirati: valori parte della “società globale” e della “vita quotidiana”. Mons. Hinder ricorda il santo di Assisi e il documento sottoscritto dal papa e dall’imam. “Andare alla ricerca” del proprio fratello e sorella. 


Dubai (AsiaNews) - Gli uomini di fede sono chiamati a collaborare “per costruire un mondo in cui ciascuno si prende cura dell’altro” e, al tempo stesso, si adopera per “salvaguardare l’ambiente” e “la società” in cui viviamo; anche negli affari e nel business, che non devono più andare a discapito “dell’ecosistema naturale”. È quanto sottolinea mons. Paul Hinder, vicario dell’Arabia meridionale (Emirati, Oman e Yemen) e amministratore apostolico sede vacante dell’Arabia settentrionale (Kuwait, Arabia Saudita, Qatar e Bahrain), intervenendo al Global Interfaith Summit promosso oggi al Padiglione Italia. Un evento organizzato in occasione della “Settimana della tolleranza” in corso all’Expo2020 Dubai e che coincide con la Giornata internazionale della tolleranza indetta dall’Unesco nel 1995, per ricordare la Dichiarazione universale dei diritti umani.

Uno dei temi dell’esposizione universale in corso negli Emirati è quello “della tolleranza, della fratellanza, della compassione e della comprensione”, che devono contraddistinguere le società globali nella direzione di un futuro sostenibile. A inaugurare i lavori è stato Sheikh Nahyan bin Mubarak, ministro della Tolleranza degli Emirati e commissario generale di Expo, il quale ha sottolineato l’obiettivo di “unire 192 nazioni” sotto i principi della “coesistenza, fraternità e speranza” per creare “un futuro migliore per tutta l’umanità”. 

Questi elementi, ha aggiunto il ministro, devono essere “parte della società globale” ed elementi integranti “della vita quotidiana”. Nel discorso egli sottolinea a più riprese il ruolo centrale della tolleranza, che permette “di comprendere le differenze” fra esseri umani e aiuta a capire “i valori” che contraddistinguono le persone e le diverse società. È tempo di “contrastare l’ignoranza che alza i muri” e favorire il dialogo, unica via di “arricchimento della natura umana”.

A seguire l’intervento di mons. Hinder dal titolo “Multilateralismo e fraternità: il percorso verso una società coesa”, che ha richiamato con forza l’incontro fra papa Francesco e l’imam di al-Azhar del febbraio 2019, con la firma dello storico documento sulla “Fratellanza umana”. Il prelato ha ricordato l’enciclica papale “Fratelli tutti” e l’esempio di vita rappresentato da san Francesco, che guardava con uguale attenzione e rispetto non solo gli esseri umani, ma tutti gli elementi del creato “considerandoli fratelli e sorelle” in risposta alla chiamata di Dio. 

La storia del santo di Assisi, prosegue mons. Hinder, “è una lezione importante” perché insegna che “ciascuno di noi ha la responsabilità di andare a cercare il proprio fratello e sorella”. “Questi ultimi - aggiunge - possono essere persone che vengono in nostro aiuto o qualcuno che può avere bisogno della nostra assistenza”. Ogni volta che ci troviamo di fronte a un bisogno, sottolinea, questo “ci permette di esprimere quel potenziale di fraternità che è racchiuso all’interno di ciascuno di noi”.

Anche le religioni nella storia “causa di divisione” non devono mai dimenticare la loro “missione ultima”, che è quella di ricordare agli essere umani “le origini comuni e la destinazione comune”. Fratellanza e coesione devono essere i punti cardine attorno ai quali fondare ed edificare “società coese” ed “ecosistemi sani”. Oggi, in occasione della Giornata mondiale della tolleranza e nell’ambito di Expo2020, conclude mons. Hinder, “possa la virtù della fraternità essere scoperta di nuovo da tutti noi come percorso” nella direzione della pace, giustizia, lotta al terrorismo, dialogo, protezione dei luoghi di culto, valorizzazione della donna e del concetto di cittadinanza".