Xi a Biden: per disgelo, basta interferenze nei nostri affari

Primo faccia a faccia (virtuale) tra i due leader dall’entrata in carica del presidente Usa. Per cooperare, Pechino non vuole intromissioni Usa su Xinjiang, Hong Kong, Tibet, Mar Cinese meridionale e orientale, e soprattutto Taiwan. Difficile l’apertura di negoziati di ampio respiro.


Pechino (AsiaNews) – Non interferite nei nostri affari interni e potremo cooperare per la pace e lo sviluppo globale. È in sintesi il messaggio comunicato da Xi Jinping a Joe Biden durante il loro primo faccia a faccia dall’entrata in carica del presidente Usa a gennaio.

Il vertice si è tenuto stamane (ora cinese) in modalità virtuale. Una discussione descritta da entrambe le parti come “candida”: in gergo diplomatico significa che i due leader hanno parlato in modo franco, ma senza raggiungere un accordo.

Il presidente cinese vuole che i rapporti tra i due Paesi tornino su un binario “razionale e pragmatico” per risolvere contrasti su temi come economia, commercio, energia, difesa, tecnologia, cyberspazio e ambiente.

Tra i dossier “interni” su cui Xi non intende negoziare, Taiwan rimane il nodo più spinoso: un elenco che comprende le violazioni dei diritti umani nello Xinjiang, a Hong Kong e in Tibet, e le dispute territoriali nel Mar Cinese meridionale e quello orientale.

Xi ha avvertito Biden che se le forze separatiste di Taipei oltrepasseranno “la linea rossa”, Pechino non avrà altra alternativa che “prendere misure drastiche”. La Cina comunista considera l’isola una provincia “ribelle” e non esclude di riconquistarla un giorno con la forza.

Biden ha ribadito che i contrasti tra le due nazioni non devono scivolare in un “conflitto aperto”. Egli ha però sottolineato che gli Usa si oppongono ad azioni unilaterali per cambiare lo status quo lungo lo Stretto di Taiwan. Lo scorso mese il presidente statunitense ha dichiarato che il suo governo difenderà l’isola in caso di attacco cinese: una presa di distanza dalla tradizionale “ambiguità strategica” di Washington.

Media taiwanesi affermano che l’amministrazione della presidente Tsai Ing-wen e quella di Biden terranno oggi e domani un meeting ad alto livello per discutere di pace e stabilità regionale, relazioni sino-taiwanesi e vendita di armi all’isola. Un timing non certo casuale, visto il vertice di oggi, anche se il governo di Taipei non ha voluto confermare la notizia.

La tensione è alta. Il Comando militare meridionale di Pechino ha rivelato il 14 novembre di aver condotto da inizio mese una serie di esercitazioni notturne “ad alta intensità” con bombardieri strategici Xian H-6. Partiti dall’isola di Hainan, i velivoli possono essere impiegati in operazioni d’attacco nel Mar Cinese meridionale e nello Stretto di Taiwan.

In questo quadro complesso, con un Congresso Usa sempre più incline alla linea dura nei confronti della Cina, appare difficile che Biden e Xi riusciranno ad aprire un negoziato di ampio respiro per mettere fine alla guerra commerciale, tecnologica e in senso più ampio “geopolitica” tra i loro Paesi.