Colombo, per le stragi di Pasqua si indaga solo su chi denuncia
di Melani Manel Perera

La protesta di p. Cyril Gamini Fernando, sacerdsote del comitato delle vittime, interrogato per due giorni consecuitvi dalla polizia per le sue accuse all’intelligence sulle piste non seguite riguardo alle stragi del 2019.


Colombo (AsiaNews) - Non c’è nessun passo avanti sull’accertamento della verità sulle stragi. Ma il Dipartimento di investigazioni criminali passa giornate intere a interrogare un sacerdote che rappresenta le vittime. È la denuncia di p. Cyril Gamini Fernando, membro del Comitato nazionale per la giustizia per le vittime degli attacchi che nella domenica di Pasqua 2019 colpirono 3 chiese e 4 alberghi provocando circa 280 morti e quasi 600 feriti. Il sacerdote si è rifiutato oggi di presentarsi a un terzo giorno consecutivo di interrogatori su un esposto presentato contro di lui dal general maggiore Suresh Sallay, direttore dello State Intelligence Service (Sis), i servizi di sicurezza dello Sri Lanka.

All’origine dell’iniziativa ci sono alcune affermazioni rilasciate da p. Fernando durante un webinar tenutosi lo scorso 23 ottobre. Il sacerdote aveva sostenuto che unità dell’intelligence avessero fornito assistenza a Zahran Hashim, il leader del National Thowheed Jamaath (Ntj) il movimento a cui è stata attribuita la responsabilità degli attentati. Accuse che il direttore del Sis ha bollato come false e volte solo a gettare discredito nei suoi confronti.

Alle reazioni verbali si è poi aggiunto l’esposto contro il sacerdote. “L’ex procuratore generale Dapula de Livera - ha replicato p. Fernando - ha parlato della presenza di un grave complotto dietro agli attacchi di Pasqua. Eppure né il Dipartimento di indagini criminali né la polizia gli hanno mai chiesto nulla. Nonostante le chiare raccomandazioni della Commissione presidenziale di inchiesta, nessuno si è attivato e al contrario interrogano le vittime. Sono già trascorsi due anni e mezzo senza verità. Ed è del tutto ingiusto comportarsi in questo modo”.