Papa: san Giuseppe, un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà

Il “custode di Gesù”, “ci ricorda che tutti coloro che stanno apparentemente nascosti o in ‘seconda linea’ hanno un protagonismo senza pari nella storia della salvezza” e che “sostengono la vita di tutti noi”.


Città del Vaticano (AsiaNews) – San Giuseppe, “l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta” è “un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà”, al quale chiedere di avere cura delle relazioni nella nostra vita, “affinché nessuno sperimenti quel senso di abbandono che viene dalla solitudine”. E’ “San Giuseppe nella storia della salvezza” il tema del quale papa Francesco, continuando il nuovo ciclo di catechesi su San Giuseppe, ha parlato all’udienza generale di oggi, svoltasi in due momenti, nell’aula Paolo VI e nella basilica di san Pietro.

A san Giuseppe che “ci ricorda che tutti coloro che stanno apparentemente nascosti o in ‘seconda linea’ hanno un protagonismo senza pari nella storia della salvezza” e che “sostengono la vita di tutti noi”, Francesco ha anche dedicato una preghiera, recitata al termine dell’incontro in aula. “San Giuseppe, tu che hai custodito il legame con Maria e con Gesù, aiutaci ad avere cura delle relazioni nella nostra vita. Nessuno sperimenti quel senso di abbandono che viene dalla solitudine. Ognuno si riconcili con la propria storia, con chi lo ha preceduto, e riconosca anche negli errori commessi un modo attraverso cui la Provvidenza si è fatta strada, e il male non ha avuto l’ultima parola. Mostrati amico per chi fa più fatica, e come hai sorretto Maria e Gesù nei momenti difficili, così sostieni anche noi nel nostro cammino. Amen”.

Nel discorso, il Papa ha ricordato che Matteo e Luca “presentano Giuseppe non come padre biologico, ma comunque come padre di Gesù a pieno titolo”. “Tramite lui, Gesù realizza il compimento della storia dell’alleanza e della salvezza intercorsa tra Dio e l’uomo”.

“L’evangelista Matteo ci aiuta a comprendere che la figura di Giuseppe, seppur apparentemente marginale, discreta, in seconda linea, rappresenta invece un tassello centrale nella storia della salvezza. Giuseppe vive il suo protagonismo senza mai volersi impadronire della scena. Se ci pensiamo, «le nostre vite sono tessute e sostenute da persone comuni – solitamente dimenticate – che non compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste […]. Quanti padri, madri, nonni e nonne, insegnanti mostrano ai nostri bambini, con gesti piccoli e quotidiani, come affrontare e attraversare una crisi riadattando abitudini, alzando gli sguardi e stimolando la preghiera. Quante persone pregano, offrono e intercedono per il bene di tutti» (Lett. ap. Patris corde, 1)”. "Così, tutti possono trovare in San Giuseppe, l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta, un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà. Egli ci ricorda che tutti coloro che stanno apparentemente nascosti o in ‘seconda linea’ hanno un protagonismo senza pari nella storia della salvezza. Il mondo ha bisogno di questi uomini e di queste donne” che “sostengono la vita di tutti noi”.

Giuseppe, ha detto ancora, “con la sua vita, sembra volerci dire che siamo chiamati sempre a sentirci custodi dei nostri fratelli, custodi di chi ci è messo accanto, di chi il Signore ci affida attraverso le circostanze della vita”. In una società come la nostra, “definita ‘liquida’, perché sembra non avere consistenza” - e che Francesco ha chiamato, “gassosa, perché sembra non avere consistenza" - Giuseppe offre “un’indicazione ben precisa sull’importanza dei legami umani”.

Del sostegno offerto a coloro che sono soli e alle vittime della violenza Francesco aveva brevemente parlato nei saluti rivolti nella basilica di san Pietro a gruppi di alcune realtà ecclesiali italiane. In particolare, aveva ringraziato i soci dell’Associazione italiana vittime della violenza “per l’opera di assistenza e di supporto a coloro che hanno subito maltrattamenti e vivono in situazione di angoscia e di disagio. Con la vostra importante attività – aveva aggiunto -  voi contribuite a costruire una società più giusta e solidale. Il vostro esempio susciti in tutti un rinnovato impegno, affinché le vittime della violenza vengano protette e le loro sofferenze prese in considerazione e ascoltate”.