L'ingresso del vescovo Chow a Hong Kong: 'Insieme oltre le ferite'
di Sergio Ticozzi

L'ordinazione episcopale e l'insediamento nella cattedrale dell'Immacolata Concezione. Le parole al termine della celebrazione: "Mio desiderio è essere un ponte tra le autorità di governo e la Chiesa. Non sarà facile dopo questi due anni, ma la pandemia ci ha insegnato ad aiutarci tutti gli uni gli altri". La situazione delicata che attende il nuovo vescovo.


Hong Kong (AsiaNews) – La “collaborazione diventi una cultura viva tra di noi”, nonostante le “ferite dolorose” di questi due anni. Con queste parole il nuovo vescovo di Hong Kong, il gesuita Stephen Chow Sau Yan, si è rivolto alla sua diocesi oggi al termine della cerimonia durante la quale è stato ordinato vescovo e si è insediato ufficialmente sulla sua cattedra episcopale. A presiedere il rito dell’ordinazione nella cattedrale dell’Immacolata Concezione è stato il cardinale John Tong Hon, vescovo emerito e fino ad oggi amministratore apostolico della diocesi di Hong Kong. Presenti alla celebrazione numerosi sacerdoti e fedeli, insieme a rappresentanti delle altre confessioni religiose e delle autorità cittadine tra cui anche la governatrice Carrie Lam.

"Come vescovo – ha detto mons. Stephen Cow nel suo breve discorso - è mio desiderio essere un ponte tra le autorità di governo e la Chiesa e Hong Kong, tra i cattolici, i cristiani delle altre confessioni e le altre religioni. Sono consapevole che non sarà un compito facile dopo le ferite dolorose che le diverse parti hanno sperimentato in questi due anni. Ma la pandemia ci ha insegnato che aiutarci gli uni gli altri, indipendentemente dalle posizioni religiose e politiche, è la strada”. Parlando più in generale del cristianesimo in Oriente mons. Chow ha ricordato che “la storia della Chiesa in Cina e a Hong Kong ci dice che il cattolicesimo non è una presenza straniera, ma parte della società”. Citando infine un messaggio ricevuto dal cardinale Luis Antonio Tagle, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, il nuovo vescovo di Hong Kong ha detto che “il Signore fa grandi cose, dobbiamo solo discernere e seguire le sue vie. Mi affido alla vostra preghiera"

Con la cerimonia di oggi la diocesi di Hong Kong è tornata, dunque, ad avere finalmente il suo vescovo ordinario, a quasi tre anni dalla morte di mons. Michael Yeung Ming Cheung avvenuta il 3 gennaio 2019. La scelta di un candidato idoneo non è stata facile, anzi travagliata, dati anche gli avvenimenti sociali e politici, noti a tutti, che recentemente hanno sconvolto e diviso la società di Hong Kong.

La nomina del gesuita Stephen Chow Sau Yan era stata annunciata il 17 maggio, ma l’attesa non era finita perché il nuovo eletto, dati gli impegni come superiore della provincia cinese dei gesuiti, ha chiesto di poter essere ordinato vescovo e insediato ufficialmente solo il 4 dicembre. Nel frattempo però, oltre ai suoi impegni, ha cercato di incontrare persone ed attendere ad attività e raduni significativi della diocesi.

Mons.Chow trova la diocesi in condizioni delicate, ma - pur non provenendo dal clero diocesano - il nuovo vescovo conosce bene la Chiesa e Hong Kong, dove è nato e cresciuto. I sopra citati sconvolgimenti sociali a Hong Kong hanno diviso anche la comunità cattolica; per questo una delle preoccupazioni del nuovo vescovo è quella di favorire la comunione. Ne è pienamente cosciente e come ha dichiarato, cercherà di mettersi in un atteggiamento di ascolto di tutti: favorire l’unità nella Chiesa sarà il suo compito principale. Avendo molta esperienza nel campo educativo della formazione, si impegna ad ascoltare in particolare le nuove generazioni e a capire le loro attese. Inoltre, in una città cosmopolita come Hong Kong e data anche la sua esperienza in diverse nazioni, mons. Chow si propone di favorire gli scambi tra popoli e culture diverse per un arricchimento vicendevole.

Alcune voci hanno sollevato domande sul come il nuovo vescovo si relazionerà con le autorità civili di Hong Kong e con quelle di Pechino, ora che insieme stanno decidendo interventi di controllo su Hong Kong, oltre alle misure restrittive sulle religioni nella Cina continentale. Mons. Chow pare voler adottare un atteggiamento di apertura e di dialogo con le autorità civili e - per quanto riguarda la Cina continentale - si ispira al modello di adattamento di p. Matteo Ricci, mantenendo i principi della Chiesa e favorendo l’evangelizzazione attraverso tutte la strade possibili.