Accuse di estremismo a un giornalista siberiano
di Vladimir Rozanskij

Igor Kuznetsov avrebbe favorito disordini di massa. Prese di mira le sue chat su Telegram. Nel Paese arrestate diverse persone con le stesse accuse. In carcere anche lo storico Jurij Dmitriev, capo dell’associazione di opposizione Memorial in Carelia. Gruppo vicino a Putin compra il noto social network VKontakte.


Mosca (AsiaNews) – Le autorità hanno incriminato Igor Kuznetsov, giornalista siberiano di Tomsk di RusNews. Il fermo nei suoi confronti era scattato il 16 settembre nella capitale con l’accusa di “tendenza ai disordini di massa”, una delle nuove definizioni dell’opposizione vietata in Russia. Il reporter è finito in carcere per postare messaggi “Che fare!”, ritenuti di “natura estremistica”, sul canale Telegram. Ne ha dato notizia il suo avvocato Sergej Badamšin sul sito Pravozaščita (“Difesa dei diritti”).

L’imputazione nei suoi confronti è stata avanzata dai servizi di sicurezza di Mosca, basandosi sull’articolo 282.1 del codice penale, che comporta pene da 6 a 10 anni. Gli inquirenti hanno cercato di ottenere registrazioni della voce del giornalista per associarlo ai video incriminati, ma Kuznetsov si è rifiutato di sottoporsi a tale procedura. L’accusa riguarda alcune “conferenze in chat”, dove “vengono sistematicamente proposte attività di pressione psicologica allo scopo di suscitare in determinati circoli di persone il desiderio e la decisione di partecipare a disordini di massa, attirando sempre nuovi partecipanti a tali azioni”.

Tali accuse sono diventate sistematiche negli ultimi tempi, a partire dalle elezioni parlamentari del 16 settembre scorso. Nonostante il blocco di quasi tutti i canali social, diverse chat Telegram sono state prese di mira per i loro presunti “scopi sovversivi”, volti a eccitare gli animi durante la campagna elettorale e nei giorni stessi delle votazioni. Di recente la polizia ha già arrestato diverse persone con queste accuse, come la studente liceale Maria Platonova, l’attivista di Krasnojarsk Aleksej Janočkin, gli abitanti di Voronež Nikita Kreščuk e Dmitrij Čebanov con la moglie Žanna Černova, e il residente di San Pietroburgo Vjačeslav Abramov.

Un cittadino di Mosca, Kirill Suslov, è stato arrestato il 3 dicembre dagli agenti dei servizi nel quartiere di Lefortovo e accusato di tradimento contro lo Stato, senza alcuna precisazione sui fatti che hanno portato a tale gravissima accusa.

La stretta ulteriore nei confronti delle opposizioni è confermata dalla richiesta dell’accusa al processo di Petrozavodsk, nel nord della Russia, di aumentare la pena da 13 a 15 anni di prigione nei confronti del capo della sezione della Carelia dell’associazione “Memorial”: lo storico Jurij Dmitriev. Il procuratore ha precisato che la richiesta riguarda una detenzione in lager a regime speciale.

Dmitriev è accusato di abusi sessuali nei confronti di una minorenne, la figlia adottiva, con diffusione di pornografia infantile e possesso illegale di arma da fuoco. Oltre 400 professori e artisti di Europa e Stati Uniti hanno sottoscritto un appello per chiedere la liberazione dell’accademico, ritenendo pretestuose le accuse. L’esponente di Memorial aveva ottenuto anche un premio dal Gruppo Helsinki di Mosca per il contributo storico alla difesa dei diritti dell’uomo e al movimento umanitario in Russia.

Un’altra iniziativa clamorosa rivolta al controllo dell’informazione in questi giorni è l’acquisto di uno dei più diffusi social media russi, VKontakte, da parte del gruppo Sogaz di proprietà del nipote di Putin, Mikhail Šelomov. L’acquisizione è stata completata grazie all’appoggio del miliardario uzbeko Ališer Usmanov, anch’egli molto vicino al presidente russo. L’acquisto permetterà anche il controllo di un altro canale social russo, Odnoklassnik, nato prima dello stesso Facebook, insieme ad altri siti di informazione e comunicazione social.