Eruzione vulcano Semeru: la popolazione denuncia il mancato allarme
di Mathias Hariyadi

Il bilancio delle vittime è salito a 40. Il ministero dell'Energia e delle Risorse minerarie ha rigettato le accuse. La Caritas è all'opera per fornire cibo e bevande ai migliaia di sfollati.


Jakarta (AsiaNews) - Dopo l’eruzione del vulcano Semeru del 4 dicembre scorso, la società civile indonesiana ha denunciato il mancato avviso da parte delle autorità: "Se l’allarme fosse stato lanciato in tempo, più persone avrebbero potuto salvarsi”, hanno detto i residenti locali. 

Il capo dell’Indonesian Volcanology and Disaster Mitigation Geology (PVMBG) del ministero dell'Energia e delle Risorse minerarie, ha rigettato però le accuse, affermando che le autorità locali erano state avvisate: il 2 dicembre il PVMBG aveva twittato un messaggio di allerta, avvertendo che diversi villaggi dei distretti di Lumajang e Malang rischiavano di essere colpiti.

Le ceneri e i lapilli scaturiti dal cratere hanno sommerso interi villaggi che sorgevano alle pendici del monte, provocando la morte di almeno 40 persone. Si contano inoltre almeno 20 dispersi e migliaia di sfollati. 

Il vulcanologo Surono ha spiegato che l'alta mortalità legata a questo tipo di disastri naturali è dovuta a piani di insediamento abitativi inadeguati, e a ragioni economiche o di tradizione familiare che spingono la popolazione a continuare a vivere in zone ad alto rischio di eruzione vulcanica. L’Indonesia ospita 127 vulcani attivi, ma solo 69 sono monitorati dal PVMBG. 

F. Marco O.Carm, della Caritas della diocesi di Malang, ha raccontato ad AsiaNews di essere riuscito a stabilire un punto di distribuzione cibo per gli sfollati a Pronojiwo, nonostante il crollo del ponte Gladag Perak, che fungeva da principale via di collegamento tra i due distretti colpiti. "Con il crollo del ponte abbiamo dovuto dirottare gli aiuti umanitari passando per Probolinggo per raggiungere Pronojiwo in 3-4 ore di viaggio", ha spiegato il carmelitano.

Oltre 2mila sopravvissuti hanno trovato rifugio temporaneo a Pronojiwo, Candipuro e Pasirian. L'assistente di f. Marco, Rudy, ha raccontato che l’istituzione di "chicken soup post" (punti di distribuzione cibo e bevande) “è una questione urgente". L'Agenzia nazionale indonesiana per la gestione dei disastri ha confermato che quasi 3mila abitazioni e almeno 38 scuole sono state distrutte.